Cosa prevede il ddl sulle grandi imprese in crisi (che non è il ddl Fallimenti)

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ROMA (Public Policy) – Revisione delle procedure per l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi (con minimo 250 dipendenti), procedura unica in due fasi, tempi più brevi in tribunale e albo dei commissari. Sono questi i contenuti principali del ddl delega approvato mercoledì dall’assemblea della Camera, dopo diversi mesi di esame in commissione Attività produttive.

Gli articoli approvati in aula, durante l’esame in commissione sono stati scorporati. I contenuti, infatti, prima facevano parte del ddl delega Fallimenti, che ha proseguito un iter parallelo (da qualche mese all’esame di Palazzo Madama).

Vediamo nel dettaglio le novità:

LA DELEGA E LA REVISIONE DELL’ISTITUTO

Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla approvazione della legge, un decreto attuativo rimettendo mano al sistema. Successivamente le commissioni competenti si esprimeranno sul testo.

L’obiettivo del ddl è la riforma dell’istituto dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi, con il fine di ricondurlo a un quadro di regole generali. Il ddl dunque cerca di unificare una disciplina stratificata su diversi interventi normativi, con l’obiettivo di contemperare le esigenze dei creditori e l’interesse pubblico alla conservazione del patrimonio e alla tutela dell’occupazione di imprese in stato di insolvenza che, per dimensione, appaiono di particolare rilievo economico sociale.

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SOR