ROMA (Public Policy) – “Sembrerebbe opportuno valutare se sussista l’esigenza di chiarire”, già nella delega, “quali siano i termini di applicazione, con riferimento ai cittadini di altri Stati membri dell’Unione europea, dei princìpi generali di non discriminazione e di parità di trattamento, a cui sembrerebbe farsi riferimento con il richiamo al ‘rispetto dell’ordinamento dell’Unione europea’”, tenuto conto che la direttiva Ue “pone un obbligo di estensione (ai cittadini comunitari) delle prestazioni di assistenza sociale solo per alcune fattispecie” e “se la misura in esame sia applicabile, e con quali criteri, anche a cittadini non appartenenti all’Unione europea“.
È quanto si legge nel dossier del Senato in merito al ddl Povertà.
In particolare, il commento è riferito al principio delega in base al quale i beneficiari della misura di contrasto alla povertà “sono individuati mediante la definizione (da parte del decreto legislativo) di un requisito di durata minima del periodo di residenza nel territorio nazionale, nel rispetto dell’ordinamento dell’Unione europea”. (Public Policy) FRA