Ponte sullo Stretto, le modifiche inserite alla Camera

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di Valentina Pigliautile

ROMA (Public Policy) – Un piano per favorire la pubblicità dei lavori sullo Stretto, un commissario straordinario per l’autostrada A19 e un ‘cassetto virtuale’ per digitalizzare le procedure di esproprio. Sono queste alcune delle principali novità apportate al dl Ponte nel corso dell’esame nelle commissioni Ambiente e Trasporti alla Camera. Quadra raggiunta, alla fine, anche sull’emendamento relativo al prezzo complessivo dell’opera, che includerà tanto l’aggiornamento dei prezzi dei contratti caducati sia l’ulteriore adeguamento dei prezzi per far fronte all’eccezionale aumento dei prezzi dell’energia e dei materiali.

Se il viceministro delle Infrastrutture, Edoardo Rixi, ha specificato che il costo complessivo “risulta di 13,5 miliardi” – limite massimo indicato nel Def – con l’inclusione del “contratto con il contraente generale”, nel dossier del Servizio bilancio della Camera viene tuttavia messo nero su bianco che “l’emendamento che ha introdotto la disposizione, approvato in sede referente, non è corredato di relazione tecnica, e il suo testo non indica effetti sui saldi di finanza pubblica né coperture”.

Vediamo nel dettaglio le modifiche inserite nel provvedimento:

RIDETERMINAZIONE DEI COSTI 

Tra gli ultimi nodi sciolti in sede referente, come anticipato, quello sulla rideterminazione dei costi dell’opera. In base alla riformulazione della maggioranza che ha ricevuto disco verde dalle commissioni, l’importo per la costruzione del ponte sullo Stretto, “nel limite massimo” indicato nel Def, cioè 13,5 miliardi, sarà “rideterminato, escludendo gli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall’investitore privato” e “gli oneri funzionali all’adeguamento del progetto esecutivo alle prescrizioni” previsti nell’aggiornamento complessivo del costo del progetto e “comprendendo l’aggiornamento dei prezzi dei contratti caducati”. Per l’aggiornamento dei prezzi del contratto con il contraente generale si stabilisce di procedere secondo due distinte modalità: fino al 31 dicembre 2021 sono applicati ai prezzi contrattuali gli indici di rivalutazione monetaria previsti dagli stessi contratti caducati; dal 1° gennaio 2022 e fino alla data di approvazione dell’opera da parte del Cipess, si rende viceversa necessario in considerazione dell’eccezionale incremento dei prezzi dell’energia e dei materiali di costruzione, applicare un adeguamento prezzi parametrato all’indice di conservazione dell’equilibrio contrattuale registrato negli anni 2022-2023 da opere pubbliche di analoga complessità.

La norma prevede di adottare come parametro di riferimento la media delle variazioni percentuali del valore dei primi quattro progetti infrastrutturali banditi da Rfi e Anas nel 2022, secondo l’ordine di priorità determinato dall’importo a base di gara. La media delle variazioni percentuali è calcolata considerando per ciascuno dei quattro progetti il rapporto tra: il valore ottenuto applicando alle quantità previste nel progetto a base di gara i prezzi delle tariffe vigenti nel 2023; il valore ottenuto applicando alle quantità previste nel progetto a base di gara i prezzi delle tariffe vigenti al 31 dicembre 2021. La proposta, inoltre, subordina l’efficacia degli atti aggiuntivi tra la società concessionaria e il contraente generale all’accettazione espressa e incondizionata dei criteri di aggiornamento dei prezzi, che quindi operano come condizione per la successiva stipula degli atti aggiuntivi. Come ulteriore condizione alla stipula degli atti aggiuntivi si prevede l’accettazione espressa e incondizionata da parte del contraente generale e degli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell’opera delle anticipazioni e delle clausole di revisione prezzi come unica modalità di aggiornamento e adeguamento dei corrispettivi in corso di esecuzione.

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@_ValPigliautile