DEF: LE POSIZIONI DI ENTI LOCALI, ISTAT, COOPERATIVE E IMPRESE

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ANCI

DEBITI PA, DELRIO (ANCI): COMUNI MALATO TERMINALE, ALLENTARE PATTO STABILITÀ
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “Siamo un malato terminale.
La richiesta di avanzo che viene fatta ogni anno e la
spending review determinano una situazione di collasso per
tantissimi Comuni italiani”. Lo dice il presidente dell’Anci
Graziano Delrio in audizione sul Def davanti alle
commissioni speciali di Camera e Senato riunite nella
commissione Giustizia di Palazzo Madama.

“Paradossalmente i tagli del governo colpiscono di più chi
ha fatto pulizia nei bilanci – attacca Delrio –
L’impostazione di tutte le ultime manovre, centralizzata, ci
lega le mani per la ritrutturazione della spesa, per il
personale, senza spostamento della spesa su quella
produttiva”.

“C’è un grandissimo problema di liquidità e di libertà
della spesa con il patto di stabilità, soprattutto al
Centro-Sud – incalza il presidente dell’Anci – Il patto di
stabilità costringe a un saldo positivo di 4 miliardi e
questo ci sembra determinante nel rapporto deficit/Pil”.
“L’Anci – sottolinea Delrio – aveva proposto lo sblocco
delle risorse già disponibili ma bloccate dal patto di
stabilità: sono 4,5 miliardi. Il decreto per il pagamento
dei debiti delle Pa è un atto importante ma si potrebbe fare
di più. Chiediamo di immettere risorse ancora oggi bloccate
per imprese e crescita”.

“Sottolineiamo ancora una volta – aggiunge – che bisogna
lasciare l’autonomia di gestione finanziaria per il Comune.
Lo chiediamo da un anno inascoltati”.

“Chiediamo di integrare il Def – chiede quindi Delrio – con
prospetti per comparti e di esplicitare la distribuzione
della manovra di bilancio per ogni comparto e l’impatto sui
pesi nella Pubblica amministrazione. Chiedo inoltre di
fornire valutazione della sostenibilità della manovra su
ogni comparto e trovare una soluzione sul patto di stabilità
interno”. (Public Policy)

CRISI, DELRIO (ANCI): IN 7 ANNI DA COMUNI 15 MILIARDI PER RISANAMENTO
(Public Policy) – Roma, 23 apr – Dal 2007 al 2014 i Comuni
hanno contribuito con “oltre 15 miliardi di euro” al
risanamento della finanza pubblica. Lo dice il presidente
Anci Graziano Delrio in audizione sul Def davanti alle
commissioni speciali di Camera e Senato.

“Il contributo richiesto ai Comuni per il risanamento dei
conti pubblici – dice Delrio – non è più giustificabile. Il
comparto è in avanzo e non produce più effetti negativi sui
conti pubblici”. (Public Policy)

CRISI, DELRIO (ANCI): APPOGGEREMO RICORSI CONTRO STATO SU SCUOLA E VALORI IMU
(Public Policy) – Roma, 23 apr – L’Anci appoggerà i ricorsi
dei Comuni contro lo Stato sull’Imu e sui tagli per le spese
come la scuola. Lo dice in audizione al Senato il presidente
dell’Anci Graziano Delrio.

Sulla spesa per le scuole, dice Delrio, “lo faremo perché
dovremo scegliere se mandare i bambini in una scuola
insicura o farne una nuova”.

Per quanto riguarda l’Imu “ci sono 400 milioni di tagli
ulteriori e 1 miliardo di tagli occulti – dice Delrio –
perché ci hanno fatto tagli maggiori alle entrate. Il Comune
di Livorno, ad esempio, che ha moltissime case popolari,
avrà tantissimi tagli”. (Public Policy)

IMU, DELRIO (ANCI): NO TAGLI, LASCIATELA AI COMUNI POI NOI FACCIAMO SCONTI
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “Sconsiglierei al
Parlamento di togliere o tagliare l’Imu: lasciatela ai
Comuni e poi noi faremo gli sconti”. Lo dice il presidente
dell’Anci Graziano Delrio, in audizione davanti alle
commissioni speciali di Camera e Senato.

“Perché dovete modificare l’Imu da qui, dallo Stato
centrale? – si chiede Delrio – Un po’ di sana autonomia
degli enti locali serve”. (Public Policy)

TARES, DELRIO (ANCI): CI SARANNO AUMENTI DEL 500%, RIVEDERE CRITERI
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “La Tares così com’è ora è
sbagliata e comporterà aumenti stratosferici per ristoranti,
bar, famiglie numerose. Vadano almeno rivisti i criteri, se
no ci saranno conseguenze terribili con aumenti del
400-500%”. L’allarme è del presidente dell’Anci Graziano
Delrio, in audizione sul Def davanti alle commissioni
speciali di Camera e Senato a Palazzo Madama.

“Sulla Tares – aggiunge Delrio – abbiamo una posizione
chiara: nel decreto che l’ha istituita non era accompagnata
all’Imu sulla prima casa, che all’epoca non era prevista”.
(Public Policy)

REBUS GOVERNO, UPI: SVILUPPO ISTITUZIONI LOCALI. TAGLI CI HANNO INDEBOLITO
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “Un nuovo governo deve
puntare allo sviluppo delle istituzioni locali come volano
per la ripresa dell’Italia. Occorre ridefinire un governo
più funzionale delle aree vaste con una vera riforma che sia
attuabile senza forzature di decretazione d’urgenza”. Lo
dice il presidente del Consiglio direttivo dell’Upi (Unione
province italiane) Leonardo Muraro, in audizione davanti
alle commissioni speciali di Camera e Senato sul Def 2013.

“Il programma di riforme” del governo Monti, lamenta
Muraro, “conferma il riordino delle province. La riforma non
è stata portata a termine e i risparmi non ci sono. Inoltre
ci sono imposti tagli per 1,3 miliardi” che “bisogna
rivedere”. Lo dice il presidente del Consiglio direttivo
dell’Upi (Unione province italiane) Leonardo Muraro.

“Il governo e il Parlamento – dice Muraro – hanno tentato
di intervenire sulle province con l’abolizione o il riordino
ma questi interventi, non sempre coerenti, hanno minato
l’istituzione” delle province e “ci hanno indebolito, anche
se non sono arrivate a compimento”. (Public Policy)

DEF, GIOVANNINI (ISTAT): IL PIL SI RIDURRÀ COME PREVEDE IL GOVERNO (-1,3%)
(Public Policy) – Roma, 23 apr – Il Pil italiano “dovrebbe
ridursi nel 2013 in una misura molto vicina a quella stimata
dal governo nel Def” (contrazione dell’1,3%). Lo dice
durante l’audizione sul Def 2013 al Senato, nelle
commissione speciali in seduta congiunta, il presidente
dell’Istat Enrico Giovannini.

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE
La disoccupazione giovanile nei primi mesi del 2013 ha
toccato quota “37,8%, in crescita di 3,9 punti rispetto al
2012. Insieme alla Spagna abbiamo il più alto tasso di
disoccupazione giovanile dell’Unione europea”.

CONSUMI PRIVATI
“I consumi privati sono diminuiti del 4% nel 2012 – ricorda
il presidente dell’Istituto di statistica – dato mai
registrato nella storia recente del Paese. Le famiglie sono
state colpite da crisi prolungata e incertezza crescente.
Nel 2012 il potere d’acquisto è diminuito del 4,8%”.

REDDITI
Inoltre l’Istat ha registrato una “riduzione del reddito
derivante dall’attività imprenditoriale e un inasprimento
del prelievo fiscale. I redditi da lavoro sono rimasti fermi
e tutte le componenti della spesa sono diminuite. Nel 2012
c’è stato un ulteriore calo della propensione al risparmio,
scesa al suo minimo storico. Solo nei primi tre mesi del
2013 c’è stato un lieve miglioramento”.

“Le famiglie – ricorda Giovannini – acquistano nei posti
più economici riducendo qualità e quantità dei prodotti
acquistati. E lo fa il 62,3% delle famiglie, con un aumento
del 9% negli ultimi 9 mesi. Al Sud si è passati dal 65% al
73%. Ma ci sono state variazioni anche al Nord e al Centro.
In generale sono diminuite le spese non necessarie per la
casa (arredamento), il tempo libero e la cultura”.

DOMANDA INTERNA ED ESTERA
Dopo le misure del Governo Monti si è registrato “un calo
della domanda interna del 3% (unico precedente simile solo
nel 1995). Si tratta di una tendenza negativa emersa intorno
a metà 2011 con una forte accentuazione a inizio 2012. La
spesa per investimenti è passata al 18% nel 2012 rispetto al
21% del 2007”.

La domanda estera, sottolinea il presidente dell’Istat, “è
l’unica che presenta segnali positivi, estendere la nostra
presenza sui mercati rappresenta un’importante possibilità
di crescita. Si annulla invece nel 2012 il contributo alla
crescita delle esportazioni nei Paesi Ue e si ridimensiona
con i Paesi extra Ue”. A inizio 2013 le esportazioni “hanno
smesso di aumentare in maniera congiunturale. Visti gli ampi
effetti negativi, alle misure di stimolo vanno dunque
associate azioni di sostegno alla presenza all’estero delle
imprese”.

LAVORO
A febbraio 2013 “il tasso di occupazione ha toccato quota
56,4% – ricorda Giovannini – in un anno abbiamo avuto 219
mila occupati in meno, la disoccupazione è arrivata
all’11,6%, in aumento dell’1,6% rispetto a 12 mesi prima. Il
tasso di posti vacanti è diminuito ed è stato pari a circa
la metà di quello rilevato un anno prima. La ricerca di
lavoratori interessa tutte le imprese e i settori così come
l’occupazione: nel 2012 c’è stata una diminuzione sia
nell’occupazione industriale che nei servizi”. (Public
Policy)

DEF, RETE IMPRESE ITALIA: SOTTOVALUTA CRITICITÀ ITALIA, STIME OTTIMISTICHE
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “Il peggio non è passato.
Diventa sempre più difficile fare riforme. Nel complesso il
Def fa delle considerazioni con una lettura ottimistica.
C’è, secondo noi, un’ampia sottovalutazione delle criticità
della situazione economica di famiglie, imprese”. Lo dice
Mauro Bussoni, portavoce di Rete Imprese Italia, in
audizione nelle commissioni speciali di Camera e Senato.

“Nelle 800 pagine del Def – sottolinea Rete Imprese Italia
– non si fa menzione dei redditi delle famiglie e dei
consumi correnti e secondo noi anche l’analisi della ripresa
del 2014 è sovrastimata. Le performance nel 2012-2014
potrebbero essere peggiori di quelle descritte nel Def e
anche per quanto riguarda la prospettiva verso il 2017.
Siamo scettici su risultati delle riforme, soprattutto
quella del lavoro”.

“I consumi delle famiglie italiane – porta come esempio
Bussoni – sono ancora in picchiata: nelle prime 14 settimane
di quest’anno la spesa reale presso le grandi strutture di
vendita sono in calo di circa il 4% rispetto allo stesso
periodo del 2012”.

“La pressione fiscale – continua il portavoce di Rete
Imprese Italia – passa al 44,5% nel 2013 e nel 2017 al
43,7%: se è vero come riteniamo che l’attuale livello è
incompatibile con la situazione italiana, lo scenario del
Def non può essere accolto con favore”.

Rete Imprese Italia passa quindi a elencare cosa servirebbe
al Paese: “Nel quadro della recessione attuale – dice
Bussoni – è necessaria un’ampia semplificazione normativa”.

Inoltre “vanno sostenuti i processi di
internazionalizzazione e occorre ripristinare i
finanziamenti alle imprese”, in particolare le Pmi che sono
il “99,4% delle imprese” in cui “risiede il cuore produttivo
del made in Italy”.

Rete Imprese affronta poi lo spinoso tema del decreto sulla
Tares che, dice, “pur rappresentando aspetti di valore, non
si muove nella giusta direzione. Esprimiamo forti
perplessità riguardo la quota servizi di 0,30 euro al metro
quadro”.

Infine, sottolinea Bussoni, “occorre valorizzare il settore
turistico, al centro di qualsiasi economia e occorre
intervenire sul costo del lavoro”. (Public Policy)

CRISI, CONFINDUSTRIA: SERVE GOVERNO, PRESSIONE FISCALE AL 53%
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “Sarà responsabilità del
prossimo esecutivo fare le riforme. In questo il Def ha una
portata ridotta perché non è programmatico. Mai come adesso
invece c’è bisogno di riforme economiche. Siamo in presenza
di una delle peggiori recessioni degli ultimi anni.

Il problema principale dell’Italia non va più ricercato
nella finanza pubblica ma nella crescita. Dobbiamo
interiorizzare 27 manovre degli ultimi anni. E ci vorranno
anni perché le riforme di oggi portino frutti”. Lo ha detto
Fabio Minoli Rota, il direttore comunicazione e relazioni
istituzionali di Confindustria, in audizione sul Def davanti
alle commissioni speciali di Camera e Senato.

Confindustria lancia l’allarme ad esempio sui livelli di
pressione fiscale: “Al netto del sommerso – dice Minoli – la
pressione fiscale effettiva in Italia è arrivata al 53% e si
innalzerà nel 2013 di un altro punto di Pil. Si tratta di
livelli intollerabili, non si può pensare ad altre tasse”.

“Nessun altro Paese – insiste Confindustria – sta avendo
una simile caduta del nostro Pil, tranne la Grecia. I danni
all’industria sono comparabili a quelli di una guerra.

Stessa cosa per le costruzioni. La tenuta del tessuto
sociale è messa a dura prova, con una disoccupazione che
cresce e la propensione al risparmio che è scesa ai minimi
storici”.

“Nelle ultime settimane sono emersi dei segnali di
stabilizzazione – ricorda Minoli – tuttavia una svolta non è
scontata. Bisogna agire sul bilancio a favore della
competitività”.

Sulla ripresa, dice Confindustria, “molto dipenderà
comunque dalle politiche europee. Ma è urgente che sia
formato un governo”. (Public Policy)

CRISI, CONFAPI: ITALIA SOTTO SEQUESTRO, SERVE GOVERNO STABILE E TAGLI SPESA
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “L’esigenza primaria ora è
esercitare il credito. Abbiamo un milione di disoccupati e
un deficit che aumenta. Presentarsi sul mercato così è un
suicidio perfetto. L’Italia in questo è sotto sequestro.

Bisogna ridurre la spesa pubblica con tagli e
privatizzazioni. Con decreti attuativi e non decreti legge”.
Lo chiede Confapi in audizione sul Def davanti alle
commissioni speciali di Camera e Senato.

“In questo momento che l’Italia non ha governo ad esempio –
aggiunge Confapi – l’Italia non ha convertito in legge il
decreto legge per i pagamenti della Pubblica
amministrazione. E bisogna dirlo: senza conversione si
tratta di chiacchiere”.

“Serve un governo forte e credibile perché manca liquidità
e cresce la sfiducia e la paura. Il governo Monti è nato
dalla sfiducia e dalla paura che però rimangono ancora oggi.
Si devono combattere con un governo stabile”. (Public Policy)

DEF, BANKITALIA: IMPRESE RISENTONO ANCHE DI CONDIZIONI RESTRITTIVE CREDITO
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “L’attività delle imprese
risente anche di condizioni di offerta del credito
restrittive, connesse principalmente con il forte
deterioramento della qualità degli attivi indotto dalla
recessione.

Il tasso in sofferenza dei finanziamenti alle
imprese si sta avvicinando ai valori massimi registrati
durante la recessione del 1993”. Lo ha sottolineato, nel
corso dell’audizione sul Def 2013 nella commissione speciale
del Senato, il direttore centrale per la ricerca economica e
le relazioni internazionali della Banca d’Italia Daniele
Franco. (Public Policy)

DEF, BANKITALIA: EQUILIBRIO CONTI NECESSARIO PER FIDUCIA MERCATI
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “L’equilibrio dei conti
pubblici è una condizione necessaria per assicurare la
fiducia dei mercati finanziari, contenere i tassi di
interesse sul debito pubblico e creare condizioni favorevoli
per una ripresa durevole dell’economia”. Lo ha detto il
direttore centrale della Ricerca Economica di Bankitalia
Daniele Franco nel corso dell’audizione sul Def al Senato.

“Occorre – ha aggiunto – assicurare il pieno rispetto dei
programmi. La politica di bilancio potrà concentrare gli
sforzi sulla struttura delle entrate e delle spese, per
rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse pubbliche e
facilitare per questa via lo sviluppo economico”.

Andrebbe quindi “rafforzato il processo di revisione della
spesa”, ma saranno anche “cruciali la riduzione e la
ridistribuzione del carico tributario”, e “intensificare e
ampliare l’azione riformatrice volta ad aumentare la
produttività della nostra economia”. (Public Policy)

DEF, ALLEANZA COOPERATIVE: SOSTENERE LA CRESCITA RAFFORZANDO L’EQUITÀ
(Public Policy) – Roma, 23 apr – Riavviare e sostenere la
crescita dell’economia e dell’occupazione, rafforzando
l’equità sociale. È questa la priorità assoluta indicata dai
rappresentanti dell’Alleanza delle cooperative italiane nel
corso dell’audizione sul Documento economico e finanziario,
svoltasi alla commissione speciale del Senato.

“L’Italia – hanno detto i rappresentanti dell’Alleanza –
non è uscita dalla crisi: le prospettive per il 2013 sono
ancora di recessione, particolarmente preoccupante perché
l’ulteriore contrazione prevista per l’anno in corso cade su
una economia ed una società stremate da cinque anni di
stagnazione che hanno riportato indietro di dieci anni il
Pil e di quindici il potere d’acquisto, che hanno fatto
esplodere la disoccupazione e le povertà ed ampliato in modo
inaccettabile le disuguaglianze sociali”.

La situazione dell’economia e le ricadute sociali della
crisi richiedono, quindi, risposte urgenti e coerenti
politiche di lungo periodo. I risultati positivi raggiunti
con il consolidamento dei conti pubblici oggi debbono dare
luogo ad una fase nuova, centrata sull’obiettivo della
crescita, con un impegno particolare a definire politiche
dell’occupazione per le fasce più deboli.

“Il recente decreto legge per il pagamento dei debiti Pa
alle imprese – hanno sottolineato i rappresentanti
dell’Alleanza – rappresenta un primo passo positivo per
immettere risorse nell’economia reale; il percorso va però
completato, in modo da assicurare l’eliminazione di tutto lo
stock accumulato”.

Ma quali sono i temi sui quali dovrebbe concentrarsi in
modo più urgente l’attività del prossimo Governo per dare
impulso alla crescita?

L’Alleanza delle cooperative italiane indica una serie di
obiettivi prioritari: ridare fiato agli investimenti per
infrastrutture, sia a livello centrale che a livello degli
enti locali; rilanciare l’edilizia e le riqualificazioni
urbane; incoraggiare la spesa per ricerca e innovazione;
favorire la crescita dimensionale delle imprese ai fini di
una maggiore competitività sui mercati internazionali;

valorizzare la filiera agroalimentare cooperativa; sostenere
i consumi; riprendere con decisione l’iniziativa sul fronte
delle liberalizzazioni; garantire la legalità nei mercati.
Infine, è stata sottolineata la necessità di promuovere un
nuovo modello di sviluppo fondato sul protagonismo delle
persone e delle comunità.

“Una maggiore presenza della cooperazione come forma
imprenditoriale dell’autorganizzazione dei cittadini –
secondo l’Alleanza – è un fattore positivo per la crescita
economica, per la coesione sociale per lo sviluppo di una
società più giusta e più equa”. (Public Policy)

DEBITI PA, BANKITALIA: DEFINIRE RESTITUZIONI DI ALTRI 20 MLD DA 2015
(Public Policy) – Roma, 23 apr – Bankitalia sollecita la
definizione delle modalità di restituzione dell’altra quota
restante, pari a circa 20 miliardi, dei debiti della Pa, per
dare certezze alle imprese.

“La nostra stima – ha detto Daniele Franco rispondendo ad una
domanda di Giovanni Legnini (Pd) – era per un ammontare di
circa 90 miliardi; di questi 11 erano già stati ceduti a banche.
Verosimilmente una sessantina di mld almeno sono debiti anomali, se
confrontiamo l’Italia con i tempi di pagamenti vigenti in
altri Paesi.

Il provvedimento in esame (il decreto legge
all’esame della Camera; Ndr) prevede 40 mld di rimborsi
quindi un’altra quota, verosimilmente dell’ordine di 20 mld
dovrà essere restituita”.

“Ci sono – ha aggiunto Franco riferendosi al Def – due
questioni: i rimborsi che riguardano debiti commerciali,
parte corrente, sono stati già inseriti nel deficit degli
scorsi anni quindi questo non ha un impatto
sull’indebitamento futuro ma solo sul debito pubblico,
quindi in questo caso il limite è la capacità di emettere
titoli del debito pubblico di ulteriori venti miliardi per
gli anni immediatamente a venire. Per la parte in conto
capitale, per la quale nel momento in cui vengono pagati
questi debiti commerciali vi è anche una imputazione sul
disavanzo, in questo anno il governo stima un effetto di
mezzo punto di Pil a fronte di sette miliardi e mezzo di
debiti di parte in conto capitale, ovviamente vi è una parte
sull’indebitamento netto che andrà considerata.

Negli anni a venire, se partiamo dall’indebitamento netto tendenziale, ma
a maggior ragione da quello programmatico del governo, i
margini sembrano esservi se parliamo degli soprattutto dal
2015 in poi. Questa è una questione che andrebbe definita
anche scaglionando nel tempo i pagamenti, ma almeno questo
darebbe un quadro di certezze a coloro che vantano i
crediti”. (Public Policy)

DEF, BANKITALIA: SI DECIDA PRESTO SU INTERVENTI NON INCLUSI IN STIME
(Public Policy) – Roma, 23 apr – La Banca d’Italia sollecita
una decisione per alcuni interventi non inclusi nelle stime
del Def, come missioni all’estero, Cassa integrazione o la
sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, che partirà a luglio,
prevedendo le relative compensazioni.

“L’unica considerazione che mi sentirei di fare – ha detto il
direttore centrale per la ricerca economica Daniele Franco,
rispondendo ai senatori – è: qualsiasi cosa si decida la si
decida presto anche per trovare le compensazioni, o si
andrebbe oltre il 3% del disavanzo e questo darebbe qualche
problema”. (Public Policy)

DEF, CORTE DEI CONTI: SITUAZIONE DI GESTIONE NON EMERGENZIALE
(Public Policy) – Roma, 23 apr – “Il quadro delineato dal
Governo evidenzia comunque una situazione di gestione non
emergenziale della finanza pubblica che esclude la necessità
di manovre correttive a tutto il 2014 e apre una ‘finestra’
per limitati e selettivi interventi di sostegno alla
crescita, ma non per indiscriminati aumenti di spesa”. Lo ha
sottolineato il presidente della Corte dei conti Luigi
Giampaolino, nel corso del suo intervento sul Def 2013 nella
Commissione speciale al Senato.

Giampaolino ha anche riferito che “non si ravvisano
esigenze di nuove manovre correttive dei conti pubblici, se
non a partire dal 2015 e condizionate nella dimensione dal
mantenimento o meno del gettito Imu”.

“In questo diverso contesto e nel presupposto che la messa
in sicurezza dei conti sia ormai strutturale – ha aggiunto
Giampaolino – il Governo sembra voler restituire priorità
agli obiettivi di sostegno del ciclo economico”. (Public
Policy)

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