DEF, SACCOMANNI: CHIUDERE LA PROCEDURA DI DISAVANZO, OBIETTIVO DA NON MANCARE

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(Public Policy) – Roma, 2 mag – “Se entro la prima metà di
giugno venisse meno la procedura di disavanzo eccessivo
dell’Europa nei nostri confronti sarebbe un importante
riconoscimento per il nostro Paese e un indicatore per
mercati e agenzie di rating, per lo spread e per il costo
del servizio del debito pubblico: è un obiettivo che
l’Italia non può mancare”. Lo dice il ministro dell’Economia
Fabrizio Saccomanni durante l’audizione sul Def in
commissione speciale al Senato.

LE NUOVE REGOLE UE
“Impongono – dice il ministro – un nuovo tipo di rigore e
di disciplina di bilancio, ponendo obiettivi di medio
termine differenziati. Si danno regole quantitative sulla
spesa e maggiore rilevanza al parametro del debito pubblico.
Nel pieno rispetto di questi criteri vogliamo portare avanti
la nostra azione, ricordando che il limite del 3% è
invalicabile quest’anno e negli anni successivi, come chiede
la Commissione europea”.

COSA FARE
Innanzitutto, sottolinea Saccomanni, continuare con “la
riduzione del debito e della spesa pubblica, attraverso la
spending review, la lotta all’evasione fiscale e una
gestione efficiente del patrimonio pubblico. Le riforme
strutturali varate dal Governo Monti nel 2012 avranno un
impatto non trascurabile nel medio e lungo periodo.
Ulteriori iniziative le prenderemo noi”, anche perchè “le
politiche di contenimento della spesa pubblica hanno
lasciato un’eredità pesante su famiglie e imprese, pertanto
il percorso nostro dovrà essere ora più orientato alla
crescita”.

“Vale la pena di ricordare – aggiunge Saccomanni – che il
Consiglio europeo di marzo ha riconosciuto la necessità di
un risanamento di bilancio differenziato per azioni a favore
di crescita e occupazione. Va immediatamente sfruttato. Il
presidente del Consiglio nel suo discorso alle Camere ha già
individuato alcune linee di intervento: riduzione della
pressione fiscale sul lavoro, il superamento della
tassazione sulla prima casa (Imu; Ndr) un allentamento del
patto di stabilità e un aumento del fondo centrale di
garanzia per le Pmi. È ovvio che rispondere a tali esigenze
richiede tempo per evitare passi affrettati.
Il Def del Governo Monti porta con sè un messaggio
fondamentale: continuare con il cammino preso”.

DEF, SACCOMANNI: ALL’ITALIA MANCA SOLO LA DISCUSSIONE DELLA TESI
(Public Policy) – Roma, 2 mag – “L’Italia è come uno
studente che ha finito gli esami e scritto la tesi, ma deve
andare a discuterla. Se si ritira all’ultimo non si laurea”.
Lo dice il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni
durante l’audizione sul Def in commissione speciale al
Senato, rispondendo alle domande dei parlamentari.

“Ci troviamo nella fase conclusiva – aggiunge – di una
procedura di disavanzo Ue che si sta per chiudere in senso
positivo per l’Italia. Entro fine maggio ci sarà una formale
proposta della Commissione europea che dovrà essere
ratificata dall’Ecofin a giugno e benedetta a livello del
Consiglio europeo a chiusura del semestre europeo”.

Secondo Saccomanni “il riferimento a possibili
rinegoziazioni dei margini e dei limiti di possibili
sforamenti è allo stato da non prendere in considerazione.

In parte credo infatti che potrebbe indurre, ogni tipo di
indicazione in questo senso, a far dire alla Commissione
europea: ‘Allora per il momento sospendiamo la procedura e
vediamo le proposte’. Io credo che questo sia un punto che
viene attentamente seguito dai mercati e dalle agenzie di
rating e quindi il rispetto delle norme è il modo per
ottenere maggiori margini di flessibilità”.

Il Governo Letta presenterà la propria nota aggiuntiva al
Def “in tempi brevi. Daremo attenzione alla modernizzazione
della struttura dei conti pubblici, cercando di utilizzare
al meglio questo sistema integrato sulle operazione delle Pa
(il Siope – Sistema informativo sulle operazioni degli enti
pubblici; Ndr) integrandolo con la Ragioneria generale”.
(Public Policy)

GAV