ROMA (Public Policy) – di Sonia Ricci – L’Ufficio parlamentare di bilancio ha dato il suo ok alle stime della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015. Nella lettera inviata al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, dal presidente Giuseppe Pisauro viene però precisato il rischio di eccessivo ottimismo per le previsioni programmatiche del Pil per il 2016.
Non solo, perché “i fattori di rischio” diventano “maggiormente evidenti” negli anni successivi, 2017-2018. L’Ufficio – si legge nella lettera – tenuto conto dell’incertezza che caratterizza le previsioni macroeconomiche, “ha valutato la plausibilità delle stime sulla base di un intervallo di valori accettabili per le grandezze macroeconomiche oggetto di validazione”.
L’Upb “valida le previsioni tendenziali per gli anni 2015-16 trasmesse dal Mef l’11 settembre, in quanto esse si collocano nell’intervallo accettabile allo stato delle informazioni disponibili”. Ma “dato il livello di partenza dello scenario di crescita tendenziale, stime particolarmente ottimistiche degli effetti della manovra di finanza pubblica rischierebbero di collocare la previsione programmatica 2016 al di fuori dell’intervallo di validazione”. E ancora: Nel 2017 e 2018 la crescita del Pil stimata dal Mef (1,3% in entrambi gli anni) è al di sopra del limite superiore del range dei previsori Upb (1,2% in entrambi gli anni).
Il quadro macroeconomico tendenziale del ministero dell’Economia – si legge nell’allegato alla lettera di validazione – “appare, nelle sue componenti essenziali, in linea per gli anni 2015-2016 con le stime dei previsori del panel Upb.
In tale biennio, il principale fattore di rischio riguarda la crescita del Pil nel 2016 che, pari a 1,3%, si colloca al limite più elevato dell’intervallo delle stime dei previsori del panel Upb”. Concorrono a questo risultato – si legge ancora – “spese per consumi delle famiglie (1,1%) appena al di sotto del limite superiore (1,2%) dell’insieme dei previsori e spese della PA (0,9%) superiori a quelle assunte dagli istituti del panel (0,8%)”.
I fattori di rischio diventano “maggiormente evidenti” negli anni successivi. Secondo l’Ufficio nel 2017 e 2018 la crescita del Pil stimata dal Mef (1,3% in entrambi gli anni) “è al di sopra del limite superiore del range dei previsori Upb (1,2% in entrambi gli anni)”.
Un risultato frutto dalla dinamica dei consumi delle famiglie che risulta nelle ipotesi Mef “significativamente al di sopra del limite superiore dell’intervallo dei previsori”. “La più ottimistica previsione circa la crescita dei consumi sembra essere determinata da un’evoluzione delle dinamiche retributive pro capite piu’ sostenute rispetto alla media dei previsori, a fronte di un andamento dell’occupazione sostanzialmente in linea con quella stimata dal panel Upb“.
Infine, secondo l’Udp anche le dinamiche internazionali potrebbero pesare: “Nell’insieme evoluzioni delle variabili internazionali (commercio, cambio, petrolio) meno favorevoli di quelle ipotizzate – si legge nella lettera – potrebbero contribuire a indebolire il quadro macroeconomico stimato dal Mef nel 2016 per quanto riguarda la crescita (maggiore rallentamento del commercio globale) e negli anni successivi per quanto riguarda l’inflazione (eventuale apprezzamento dell’euro)”. (Public Policy)
@ricci_sonia