ROMA (Public Policy) – La Difesa, “con riferimento alle più recenti disposizioni normative volte ad accelerare l’alienazione/valorizzazione” degli immobili in disuso, ha segnalato alla Agenzia del Demanio “quali beni non più utilizzati per finalità istituzionali” 405 immobili “per un controvalore di circa 2 miliardi di euro, per finalità di riduzione del debito pubblico”; e altre 1558 strutture “per l’eventuale conferimento ai fondi comuni di investimento immobiliare”, il “riutilizzo da parte delle altre amministrazioni statali per il contenimento dei canoni di locazione passiva” o “trasferimento gratuito ai Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni“.
È quanto si legge in una risposta del ministero della Difesa ad una interrogazione del Movimento 5 stelle nella IV commissione di Montecitorio sulla dismissione degli immobili inutilizzati dalla Difesa.
Sui costi sostenuti dal ministero per le ristrutturazioni e il mantenimento delle strutture in disuso, “si sottolinea che le risorse economiche destinate al settore infrastrutturale della Difesa per interventi di mantenimento/ristrutturazione hanno subito, nel corso degli anni, un notevole decremento, tale da consentire esclusivamente interventi urgenti e/o limitati al soddisfacimento di specifici obblighi di legge per le infrastrutture con presenza di funzioni militari – si legge nella risposta – Tale policy si riflette con maggiore intensità sulle cosiddette infrastrutture non attive (cioè vuote), dove gli interventi vengono circoscritti all’eliminazione di situazioni di potenziale pericolo per la pubblica incolumità, mantenimento dei requisiti di sicurezza, per un importo abbastanza contenuto, quantificabile in alcune migliaia di euro/anno”. (Public Policy)
NAF