ROMA (Public Policy) – Le opinioni espresse dai dipendenti pubblici sui social network non devono essere “in alcun modo” attribuibili all’amministrazione di appartenenza e non possono “in alcun modo, lederne il prestigio o l’immagine”. Lo prevede una bozza del dpR Codice di comportamento dei dipendenti pubblici presa in visione da Public Policy.
Il Codice stabilisce inoltre che “in ogni caso il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”. E ancora, “è vietato trattare comunicazioni afferenti direttamente o indirettamente al servizio, attraverso conversazioni (chat) pubbliche svolte su qualsiasi piattaforma digitale”.
La bozza prevede, ancora, che le amministrazioni possano dotarsi di una social media policy per ciascuna tipologia di piattaforma digitale allo scopo di individuare, graduandoli in base al livello gerarchico e di responsabilità del dipendente, le condotte che possono danneggiare la reputazione delle amministrazioni. Infine, è vietata la divulgazione o la diffusione di documenti, anche istruttori, di informazioni e dati da parte dei dipendenti, qualora gli stessi non siano accessibili o pubblicabili secondo le disposizioni di legge