di Sonia Ricci
ROMA (Public Policy) – Multe fino a 3mila euro per chi esce da casa senza un motivo di necessità urgente, di salute o di lavoro. Arresto fino a 18 mesi per chi i contagiati che non rispettano la quarantena obbligatoria. Chiusura delle frontiere italiane, di molte attività commerciali e industriali, parchi e strade, nessun assemblamento. Stop a musei, cinema e teatri.
Sono queste alcune delle 29 limitazioni che il Governo nazionale potrà continuare a imporre a cittadini e imprese per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Queste sono presenti nei diversi dpcm e provvedimenti emanati finora, ma l’Esecutivo con il nuovo decreto Coronavirus – anche detto dl Lockdown -, e pubblicato in Gazzetta ufficiale, riscrive nero su bianco quali sono i “paletti” che potranno essere riproposti fino a fine luglio 2020 per far fronte al contagio.
Non solo, l’Esecutivo ha anche deciso di fare chiarezza sull’attuazione delle norme nazionali e regionali, che spesso nelle ultime settimane sono entrate in conflitto tra loro. Le Regioni, nel caso di verifichino situazioni di aggravamento del rischio sanitario, potranno introdurre misure ancora più restrittive. Apertura che non vale per i Comuni: i sindaci infatti non potranno firmare ordinanze che contraddicono le decizioni del Governo centrale. Previa decadenza degli stessi atti.
STOP ALLE ORDINANZE DEI SINDACI vs NORME STATALI
“I sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali, né eccedendo i limiti” di circolazione, apertura delle attività commerciali e d’impresa imposti dal Governo. Lo prevede la versione definitiva del nuovo dl Coronavirus, anche detto dl Lockdown, pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Nelle bozze iniziali del decreto veniva previsto che i sindaci, nell’introdurre norme più restrittive, o nella sospensione di quelle nazionali, avrebbero dovuto dare comunicazioni alla Regione, a cui aspettava una conferma o meno delle norme locali. Mentre ora viene imposto il divieto assoluto per le ordinanze in contraddizione con le misure nazionali.
TRIPLICA IL CARCERE PER CHI VIOLA LA QUARANTENA
Triplica inoltre – nella versione definitiva – la detenzione massima per i contagiati che violano la quarantena obbligatoria. E aumentano pure le multe. Il provvedimento modifica il Testo unico delle leggi sanitarie del 1934. E prevede, per chi viola la quarantena, l’arresto da 3 mesi a 18 mesi e un’ammenda da 500 a 5mila euro. Fino ad ora il Regio decreto prevedeva l’arresto fino a 6 mesi e una multa (in lire) da 200 a 4mila.
La norma verrà applicata “salvo”, dice il decreto, “che il fatto costituisca violazione dell’articolo 452 del codice penale o comunque più grave reato”. Dunque, se il fatto non costituisce reato penale, sarà applicata la nuova norma che prevedere il carcere fino a 18 mesi, se invece si procederà penalmente, con l’apertura di un indagine e un processo, il ‘reo’ portà incappare in una pena ancora più alta. O quella prevista dall’articolo 452 oppure altre fissate, come dice il dl, per “reati più gravi”.
Per quanto riguarda il 452, che non viene modificato dal nuovo provvedimento, viene previsto il carcere da uno a 5 anni per chi commette, “per colpa”, la diffusione di un’epidemia. Ovviamente la norma potrà essere applicata previo precedimento penale.
La norma modificata dal nuovo decreto, invece, verrà applicata specificamente nei confronti dei positivi al virus che violano il provvedimento di quarantena.
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