di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – E se quello di Carlo Calenda fosse stato un azzardo? Qualche dubbio viene leggendo i tweet dello stesso segretario di Azione, che da martedì, a patto siglato con Enrico Letta, è online a rispondere alle critiche dei suoi elettori. “Probabilmente a caldo pagheremo qualcosa, tanti amici ci sono rimasti male, veniamo dal 20% preso a Roma… magari i duri e puri ci volteranno le spalle, però credo che per la data delle elezioni il sentimento sarà cambiato e recupereremo”, ha detto Calenda a La Stampa. “Ho sempre pensato che al Governo o alle elezioni la responsabilità di un leader non sia farsi guidare ma guidare verso la scelta più giusta per il Paese. E questa – una volta accettate le nostre condizioni – lo è”, dice l’europarlamentare su Twitter, in risposta a un elettore. “Amici carissimi ma a meno di non prendere il 51% con chi mai potremmo governare? Con quello che regala dentiere? O Quello nudo al Papeete, o Quella che urla da Vox? E su”, dice ancora difendendosi dalla critica di dover poi governare con il Pd.
Ad approfittare di questa scelta di campo c’è Italia viva. La dirigenza renziana è impegnata nel far notare la contraddizione di Calenda: “Potevamo fare una grande alleanza sull’esempio di Renew Europe, invece Azione e Più Europa scelgono l’ammucchiata alla Mélenchon con la sinistra in cui c’è tutto e il suo contrario. Noi andiamo avanti perché la coerenza e il coraggio valgono molto di più di accordi a tavolino e a bocce ferme”, dice Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo.
Ma i forni Iv, quanto a critiche, sono almeno due. C’è anche il Pd e i fronti aperti sono ovunque, a livello nazionale ma anche locale.
Prendiamo il caso toscano dei trasporti, dove i lavori bloccati della Tav sono un problema anzitutto per la Regione Toscana a guida Pd: “Sullo snodo fiorentino della Tav bisogna chiedere chiarezza non solo a Ferrovie, ma anche a tutti i partiti. Perché se c’è la volontà politica, le cose poi si fanno. E allora: il Pd, alleato con partiti come Sinistra italiana e Verdi, ma anche gli ex 5 stelle contrari con varie sfumature all’Alta velocità, è pronto a intestarsi una battaglia nazionale sulle grandi opere?”, osserva Gabriele Toccafondi, deputato fiorentino di Italia viva, dopo la notizia dei ritardi nella realizzazione della stazione Foster e del sottoattraversamento ferroviario di Firenze. “Dopo decenni di attesa, 800 milioni già spesi per la Foster, continui rinvii con cadenza semestrale, promesse su promesse”, dice Toccafondi, “c’è davvero bisogno di una svolta. Giusto chiedere a Ferrovie trasparenza e velocità, ma non facciamo le mammolette: alla fine è la politica a decidere. Il Pd, alleato con Fratoianni, Bonelli e gli ex grillini, può prendere l’impegno di far fare le grandi opere, farle subito e bene? Noi di Italia viva sì, senza problemi. Loro?”.
Fratoianni e Bonelli, insomma, non piacciono né a Calenda né a Italia viva. Ma non facevano prima ad allearsi i due partiti centristi?
@davidallegranti