ECONOMIA, LE PROPOSTE DEI CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA

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(Public Policy) – Roma, 19 nov – (di Laura Preite) Dal confronto tra i
programmi politici dei candidati alle primarie del
centrosinistra che si sfideranno domenica emergono
differenze di impostazione, ancor prima che sulla sostanza
delle ricette economiche scelte. Se Laura Puppato, Nichi
Vendola e, in parte, Matteo Renzi intercettano soluzioni
precise, Bruno Tabacci e, in particolare, Pier Luigi Bersani
si mantengono più sul generico.

PUPPATO: UNA PAROLA, BLUE ECONOMY
‘Pongo al centro del mio programma le parole d’ordine della
Blue Economy. Non si tratta di uno slogan, ma del
‘comandamento’ che racchiude in sé tutti gli altri: in
quanto i soli fattori davvero determinanti per un
cambiamento sono quelli legati alla creazione di lavoro e
ricchezza basati sull’innovazione e sulla tutela
dell’ambiente.

Questo non solo perché il degrado si sta
facendo soverchio, ma perché ogni creazione di ricchezza
nell’immediato che scarichi insostenibili debiti sui nostri
figli è per l’umanità un suicidio sicuro: nel quale ci
stiamo già pericolosamente addentrando. E anche perché
costruire ricchezza da subito è possibile: va decisamente
respinta, infatti, ogni credenza per cui, là dove si agisce
nel rispetto dell’ambiente e della salute, lo si debba fare
a scapito del risultato economico’.

Un impegno particolare sull’agricoltura: ‘Privi come siamo
di materie prime, dobbiamo puntare moltissimo sul settore
primario quale asset strategico del nostro Paese, guardando
a politiche concertate di qualità sulle produzioni tipiche e
sulle coltivazioni biologiche. L’agricoltura di qualità in
Italia è già alla base di filiere di rilevante importanza
(sia interno che per l’export), ma può crescere
ulteriormente’.

Puppato propone anche diverse azioni nel settore dei beni
culturali e del turismo. Nel primo si avanza l’idea di un
censimento del patrimonio artistico, sull’offerta turistica
invece, ‘una strada percorribile è quella della
cooperazione. L’Enit dovrebbe stipulare delle convenzioni
con alberghi selezionati (come ad esempio fanno i Comuni per
i soggiorni degli anziani), offrendo pacchetti vacanza tutto
compreso (soggiorno, musei, trasporti) a prezzi fortemente
competitivi, surrogando il minor ricavo col maggiore
afflusso. L’Enit e le aziende di soggiorno dovrebbero
inoltre promuovere l’organizzazione di
grandi eventi, culturali e non, per prolungare le fasi
stagionali di attività’.

TABACCI: LIBERALIZZAZIONI E UN FRENO ALLA FINANZA
Il merito al centro, ‘diventi la bussola di una
competizione positiva sul terreno della responsabilità e che
ogni cittadino sia chiamato a corrispondere ai doveri
fiscali in relazione al proprio patrimonio con fermezza e
severità’.

‘Così come è necessario procedere ad una piena
liberalizzazione dei settori economici, dei mercati e delle
professioni nell’interesse del cittadino consumatore, avendo
l’attenzione di incidere su di un sistema di potere assai
consolidato che alimenta e incoraggia i costi perversi della
politica, attraverso una riforma profonda dei servizi
pubblici locali’.

Un freno alla finanza e ai derivati: ‘Solo una grande
politica può rimettere sotto controllo le disinvolture della
finanza, che ha consentito a gran parte dell’Occidente di
vivere e consumare nell’ultimo ventennio al di sopra delle
proprie possibilità’.

‘È necessario costituire urgentemente un’agenzia di rating
europea, magari controllata dalle strutture pubbliche’.

VENDOLA: INTERVENTI SETTORE PER SETTORE
Sull’agricoltura: ‘Un piano nazionale per contrastare
l’abbandono delle campagne e per favorire l’insediamento dei
giovani. È questa una priorità assoluta non solo per la
nostra agricoltura, che presenta il più basso tasso di
ricambio generazionale in Europa, ma anche per contrastare
il dissesto idrogeologico del territorio, laddove la prima
grande opera, ad alta intensità di occupazione, deve essere
proprio la manutenzione con attività agricole e
selvicolturali. In questo contesto proponiamo una forma di
franchigia fiscale totale per i giovani agricoltori che si
insediano e nelle aree demaniali in stato di abbandono. A
questo aggiungiamo la creazione di servizi alle famiglie nei
territori rurali’.

In Europa: ‘A Bruxelles bisogna portare a compimento la
battaglia per l’etichettatura di origine degli
alimenti’. ‘Bisogna difendere il modello di agricoltura
italiano, basato su tipicità, qualità, diversità ed ecosostenibilità.

In questo senso l’Italia deve essere un Paese Ogm free’.
Partecipazione del privato nel settore dei beni culturali:
‘Ripensare profondamente la partecipazione
dei privati nel settore dei beni culturali. Appare quanto
mai opportuno un più profondo coinvolgimento dei privati,
cittadini e imprese, nelle forme profit e non profit non
solo in qualità di concessionari di servizi o fonte di
sponsorizzazioni per la capacità di assicurare in forma
diversa la redditività del sistema, ma soprattutto perché è
oggi indispensabile coglierne l’apporto di idee e di
proposte, la spinta dinamica nell’elaborazione delle
politiche e dei programmi e di individuare soluzioni
sostenibili’.

Tv e antitrust: ‘Preliminare, a qualunque discorso
sull’audiovisivo, sarà il varo di una seria normativa
antitrust che disciplinerà la materia del conflitto di
interessi in tutti campi economici, non solo l’audiovisivo.

La nostra legge affermerà che nessun operatore economico,
pubblico o privato, possa detenere complessivamente quote
superiori al 20% di un trust orizzontale o verticale’.
Sull’energia: ‘La diffusione delle energie rinnovabili
elettriche può trasformare l’Italia in un paese libero dal
ricatto – politico, oltre che economico – di carbone ed
energie fossili’.

‘Per trasformare le città e promuovere l’innovazione è
necessario investire sulla centralità delle Smart Cities,
promuovendo processi partecipativi’.

Vendola dedica un’ampia parte alle soluzioni che l’Europa
dovrebbe adottare per uscire dalla crisi, riassumendo, ‘la
critica da muovere alla gestione della crisi risiede nella
massiccia adozione di politiche di austerità che non fanno
altro che deprimere ulteriormente l’economia!’.
In ambito finanziario, si vuole introdurre la Tobin tax, la
tassa sulle transazioni finanziarie ma con un carattere
diverso rispetto a quella adottata da poco dal Governo, tra
cui: ‘Riteniamo che l’aliquota applicata sulla transazione
sia inversamente proporzionale alla durata
dell’investimento’. Infine, ‘proponiamo anche noi (come
negli Stati Uniti; NdR) che siano istituite specifiche
agenzie finalizzate alla tutela dei risparmiatori’.

RENZI: PUNTIAMO SU CULTURA, TURISMO E SOSTENIBILITÀ
‘Più risorse pubbliche per la cultura. Bisogna invertire la
tendenza a ridurre l’investimento pubblico in cultura. Un
nuovo regime fiscale per i finanziamenti privati. Per
incentivare i finanziamenti privati alle istituzioni
culturali occorre spostare l’onere della tassazione da chi
eroga i finanziamenti a chi li riceve, garantendo parità di
gettito fiscale ma mobilitando meglio le risorse con effetto
moltiplicatore’.

‘Una nuova governance: il ministero della Cultura. L’Italia
ha bisogno di un vero ministero della Cultura, non di una
farraginosa burocrazia dei ‘Beni e delle attività
culturali’. Non si tratta di una disputa nominalistica,
bensì di una profonda trasformazione che implica:
1 – La riconduzione del ruolo delle Soprintendenze alle
sole azioni più rilevanti per la tutela, lasciando
l’attività ordinaria ai Comuni che garantiscano livelli
organizzativi adeguati.
2 – L’autonomia gestionale e di progetto delle singole
istituzioni culturali, musei ecc.
3 – L’incentivazione della collaborazione pubblico/privato
a tutti i livelli anche con la costituzione di nuove
fondazioni.
4 – L’applicazione sistematica di standard qualitativi
(Iso) per la misurazione dei risultati di gestione.
Sul turismo: ‘Una politica nazionale per il turismo. In
seguito alla riforma costituzionale del Titolo V approvata
nel 2001, il turismo è diventato materia di competenza
esclusiva delle Regioni ordinarie, ma è difficile immaginare
di competere, a livello mondiale, come sistema Paese, con
venti strategie diverse. Quell’errore va sanato, riportando
il turismo tra le materie a competenza concorrente’.

‘Nell’ambito del governo, la relativa delega (al turismo;
NdR) va affidata al ministero dello Sviluppo economico,
configurandosi il turismo come uno dei settori portanti del
sistema produttivo nazionale’.

Sull’economia verde: ‘Parte degli incentivi per le energie
rinnovabili deve essere destinata ai piani cittadini per le
campagne d’introduzione delle tecnologie eco-efficienti
(caldaie di nuova generazione, finestre a isolamento
termico), della mobilità sostenibile e degli impianti solari
e micro-eolici’.

‘Investimenti mirati anche di natura pubblica devono essere
fatti in settori ancora in fase di sviluppo (come il solare
a concentrazione in alternativa al fotovoltaico o l’eolico
d’alta quota) là dove è possibile sfruttare le competenze e
le eccellenze della ricerca e dell’industria italiana’.
‘I rifiuti da problema a risorsa.
1 – Attribuzione di un prezzo di ritiro a tutti i materiali
riciclabili (alluminio, vetro, carta, plastica etc)
conferiti ad appositi centri di raccolta.
2 – Liberalizzazione dell’attività di raccolta
differenziata e di conferimento ai centri di raccolta.
3 – Incremento della fiscalità sugli imballaggi (a
copertura degli oneri del prezzo di ritiro).
4 – Liberalizzazione dell’attività di recupero energetico
da rifiuti senza vincoli territoriali’.

Sull’agricoltura: ‘Incentivare nuove imprese
dell’agribusiness. Tutelare il prodotto agroalimentare nel
mondo, contro i falsi prodotti ‘italian sounding’, al fine
di recuperare fette di mercato che spettano ai prodotti
della nostra terra’.

BERSANI: SOSTENIBILITÀ, AMBIENTE E PMI
‘Siamo per una politica industriale che preveda e imponga
il rispetto dell’ambiente. Immaginiamo un progetto Paese che
individui grandi aree d’investimento, di ricerca e di
innovazione nell’industria, nell’agricoltura e nei servizi:
la qualità e le tipicità, la mobilità sostenibile, il
risparmio e l’efficienza energetica, le scienze della vita,
le tecnologie legate all’arte, alla cultura e ai beni di
valore storico, l’agenda digitale, le alte tecnologie della
nostra tradizione’.

‘Le nostre piccole e medie imprese hanno bisogno di più
forza e maggiori prospettive. Il primo grande tema politico
e culturale sarà l’economia reale e le forze che la
promuovono’.(Public Policy)