EDILIZIA, ANCE E ABI: PER ACQUISTI CASA IPOTESI GARANZIA DALLA CDP

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(Public Policy) – Roma, 9 nov – Sia l’Ance (Associazione
nazionale costruttori edili) sia l’Abi (Associazione
bancaria italiana) sono d’accordo che per aumentare il
credito alle famiglie per l’acquisto di casa sia necessario
un fondo di garanzia, magari simile a quello messo a
disposizione delle medie e piccole imprese, pensando anche
di coinvolgere la Cassa depositi e prestiti nella
sottoscrizione di obbligazioni che permettano alle banche di
erogare mutui. La proposta, comune, è arrivata durante la
presentazione dell’Atlante Censis della domanda immobiliare.

ANCE: CARTELLE FONDIARIE, OBBLIGAZIONI
ACQUISTATE CON SOLDI CDP
Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance, durante la
presentazione ha detto: “C’è molto da fare per aumentare il
credito delle famiglie. Le case non si comprano perché c’è
paura, ci sono troppe tasse, non si danno più mutui. In
Italia non c’è il pericolo di una bolla immobiliare però si
deve fare qualcosa. Propongo di tornare alle vecchie
cartelle fondiarie e dare garanzie alle banche come avviene
negli Usa”.
Buzzetti spiega così la sua proposta: “Si dovrebbe creare
un sistema per cui la banca, erogando il mutuo, emette delle
obbligazioni che vengono sottoscritte da fondi privati,
magari utilizzando la Cassa depositi e prestiti, così da
fare da garanti. Cassa depositi e prestiti e altri
investitori istituzionali potrebbero mettere a disposizione
7-10 miliardi da utilizzare per acquistare obbligazioni a
media-lunga distanza. Per le fasce bassissime di reddito si
può poi pensare a un fondo di garanzia come avviene in
Germania”.

ABI: SU CARTELLE SI DISCUTA, RICORSO A SISTEMI DI GARANZIA
Il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini si dice
d’accordo con le proposte dell’Ance: “Sulle cartelle
fondiarie – dichiara – possiamo discuterne e stiamo
ragionando all’ipotesi di un coinvolgimento della Cassa
depositi e prestiti. Condivido poi che sia necessario il
ricorso a sistemi di garanzia. Si potrebbe immaginare un
fondo analogo a quello messo a disposizione delle medie e
piccole imprese”.
Il direttore dell’Abi lamenta poi che uno degli strumenti
utili alle banche per emettere mutui “era quello
dell’utilizzo delle polizze assicurative. Ma sono state
praticamente rese impossibili dal Governo Monti perché
ritenute uno strumento di conflitto di interessi. Come si fa
a lavorare in queste condizioni, con le norme che cambiano
di continuo?”.
Per quanto riguarda l’accusa tante volte rivolta alle
banche di tassi troppo alti sui finanziamenti, Sabatini
ribatte sostenendo che i tassi sono alti a causa, ad
esempio, “della lentezza della giustizia civile in Italia,
che fa sì che una banca italiana ci metta 3-4 volte più di
una francese a recuperare un credito; e dal fatto che non si
prevede una penale per chi decide di estinguere
anticipatamente un mutuo”. (Public Policy)

VIC

091414 Nov 2012