ELEZIONI 2013: LE NUOVE REGOLE DELLA PAR CONDICIO /SCHEDA

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(Public Policy) – Roma, 5 gen – Tornano le tribune elettorali e parte un giro di vite per le trasmissioni di intrattenimento, sono tra le novità principali del Regolamento sulla par condicio varato dalla Commissione di Vigilanza Rai. Il regolamento abbraccia varie tipologie di trasmissioni, dalle tribune elettorali ai messaggi autogestiti e per tutte le altre trasmissioni regole ferree. “In tutte le altre trasmissioni della programmazione nazionale o regionale della Rai – impone il regolamento – non è ammessa, ad alcun titolo, la presenza di candidati, di esponenti politici o comunque di persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle istituzioni nell’ultimo anno, e non possono essere trattati temi di evidente rilevanza elettorale né che riguardino vicende o fatti personali di personaggi politici”. “E’ indispensabile garantire – sottolineano le nuove norme – laddove il format della trasmissione preveda l’intervento di un opinionista a sostegno di una tesi, uno spazio adeguato anche alla rappresentazione di altre sensibilità culturali in ossequio al principio non solo del pluralismo, ma anche del contraddittorio, della completezza e dell’oggettività dell’informazione stessa. Ciò è ancor più necessario per quelle trasmissioni che, apparentemente di satira o di varietà, diventano poi occasione per dibattere temi di attualità politica, senza quelle tutele previste per trasmissioni più propriamente giornalistiche”.

Le nuove norme sulla par condicio radiotelevisiva “si riferiscono alle campagne per le elezioni dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica indette per i giorni 24 e 25 febbraio 2013, nonché a quelle per le elezioni del Presidente della Regione e del Consiglio regionale del Lazio, del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Lombardia e del Presidente della Regione e del Consiglio regionale del Molise, indette per i medesimi giorni”. Si applicano, “per quanto concerne l’ambito nazionale, dall’indizione dei comizi elettorali fino al giorno successivo alle votazioni relative a tali consultazioni” e, per quanto riguarda la programmazione nelle Regioni interessate dalle consultazioni elettorali regionali, “a partire dal quarantacinquesimo giorno antecedente la data delle elezioni fino al giorno successivo alle votazioni relative a tali consultazioni”. La Commissione di Vigilanza può anche però individuare, “gli ambiti territoriali per i quali l’efficacia di talune disposizioni può cessare anticipatamente”. La programmazione della Rai, nel periodo elettorale, per le trasmissioni soggette alla par condicio “ha luogo in sede nazionale per le elezioni politiche e in sede regionale per le elezioni regionali nel Lazio, in Lombardia e in Molise. In ambito nazionale, la programmazione di cui alla presente delibera – continuano le norme – viene diffusa dalla Rai sulle reti generaliste e può essere trasmessa in replica anche su altri canali preferibilmente a contenuto informativo”.

Le forme previste per l’informazione e la comunicazione politica sono essenzialmente: tribune elettorali e politiche, messaggi politici autogestiti e “i telegiornali, i giornali radio, i notiziari, i relativi approfondimenti e ogni altro programma di contenuto informativo a rilevante caratterizzazione giornalistica, correlati ai temi dell’attualità e della cronaca, purché la loro responsabilità sia ricondotta a quella di specifiche testate giornalistiche”. Il nuovo regolamento della Vigilanza prevede anche che “nel periodo compreso tra la scadenza del termine per la presentazione delle candidature e la mezzanotte del secondo giorno precedente la data delle elezioni, i candidati alle elezioni e gli esponenti dei partiti politici, e comunque le persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle istituzioni nell’ultimo anno, possono partecipare alle trasmissioni della concessionaria pubblica esclusivamente nei programmi e con le modalità previste per i rappresentanti delle liste e delle coalizioni”. In ogni caso, in queste trasmissioni “è assicurata parità di condizioni nell’esposizione di opinioni e posizioni politiche e un’equilibrata rappresentanza di genere tra le presenze”. Il regolamento elenca anche i soggetti cui è garantita la presenza: le forze politiche che costituiscono Gruppo in almeno un ramo del Parlamento nazionale; “per i gruppi parlamentari composti da forze politiche distinte, o rappresentate da sigle diverse, il presidente del gruppo individua, secondo criteri che contemperino le esigenze di rappresentatività con quelle di pariteticità, le forze politiche che di volta in volta rappresenteranno il Gruppo”, le delegazioni politiche con almeno 6 deputati o due senatori, costituite all’interno di Gruppi parlamentari secondo i rispettivi statuti da almeno tre anni, rappresentative di partiti e movimenti politici la cui condizione e attività sia desumibile da elementi oggettivi, certi e inequivoci. Sono ammesse anche le forze politiche “che hanno eletto con proprio simbolo almeno due rappresentanti dell’Italia al Parlamento europeo e le forze politiche che rappresentano, al momento dello scioglimento delle Camere, in seno al Gruppo Misto della Camera o del Senato, una componente di almeno tre parlamentari e le forze politiche che hanno eletto con proprio simbolo almeno un rappresentante nel Parlamento nazionale e che sono oggettivamente riferibili ad una delle minoranze linguistiche indicate dalla legge”.

Il regolamento predispone anche la ripartizione dei tempi a disposizione di ciascuna forza politica e prevede anche che nel periodo compreso tra la scadenza del termine per la presentazione delle candidature e la mezzanotte del secondo giorno precedente la data delle elezioni, nelle trasmissioni di comunicazione politica è garantito l’accesso: alle coalizioni presenti con il medesimo simbolo “in ambiti territoriali tali da interessare complessivamente almeno un quarto del totale degli elettori” e “alle liste di candidati che sono presenti con il medesimo simbolo in ambiti territoriali tali da interessare complessivamente almeno un quarto del totale degli elettori ovvero che sono rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute. Le liste riferite a minoranze linguistiche, ancorché presenti in una sola circoscrizione – precisa il regolamento – hanno diritto a spazi nelle trasmissioni di comunicazione politica irradiate esclusivamente nelle Regioni ove è presente la minoranza linguistica stessa”. È previsto anche che “il principio delle pari opportunità tra gli aventi diritto può essere realizzato, oltre che nell’ambito della medesima trasmissione, anche nell’ambito di un ciclo di più trasmissioni, purché ciascuna di queste abbia analoghe opportunità di ascolto. In ogni caso la ripartizione degli spazi nelle trasmissioni di comunicazione politica nei confronti degli aventi diritto deve essere effettuata su base settimanale, garantendo l’applicazione dei principi di equità e di parità di trattamento, e procedendo comunque entro la settimana successiva alle compensazioni che dovessero eccezionalmente rendersi necessarie. È altresì possibile realizzare trasmissioni anche mediante la partecipazione di giornalisti che rivolgono domande ai partecipanti”. Queste trasmissioni, “i relativi responsabili, l’elenco degli aventi diritto, i tempi a loro disposizione e il calendario delle partecipazioni sono pubblicati sul sito www.raiparlamento.rai.it”. Le varie forze politiche, “al fine di mantenere i rapporti con la Rai”, devono indicare un loro rappresentante. La responsabilità delle trasmissioni viene ricondotta a quella delle specifiche testate giornalistiche.

Regolamentate anche le trasmissioni di comunicazione politica a diffusione regionale autonomamente disposte dalla Rai. Il regolamento della Vigilanza si sofferma in dettaglio sul versante della informazione radiotelevisiva, dove deve essere garantita la presenza paritaria di tutti i soggetti politici. In particolare, “i direttori responsabili dei notiziari sono tenuti ad acquisire settimanalmente i dati del monitoraggio del pluralismo relativi alla testata diretta dall’Istituto cui fa riferimento l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”. Direttori, conduttori e registi devono assicurare il rispetto delle regole sulla par condicio “considerando non solo le presenze e le posizioni di candidati, di esponenti politici o comunque di persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle istituzioni nell’ultimo anno, ma anche le posizioni di contenuto politico espresse da soggetti e persone non direttamente partecipanti alla competizione elettorale. Essi curano che l’organizzazione e lo svolgimento del programma, anche con riferimento ai contributi filmati, alla ricostruzione delle vicende narrate, alla composizione e al comportamento del pubblico in studio, risultino inequivocabilmente finalizzati ad assicurare il rispetto dei criteri” stabiliti dalle norme sulla par condicio. “Inoltre – prosegue il regolamento – essi curano che gli utenti non siano oggettivamente nella condizione di poter attribuire, in base alla conduzione del programma, specifici orientamenti politici ai conduttori o alla testata, e che, nei notiziari propriamente detti, non si determini un uso ingiustificato di riprese con presenza diretta di membri del Governo, di esponenti politici o comunque di persone chiaramente riconducibili ai partiti e alle liste concorrenti per il ruolo che ricoprono o hanno ricoperto nelle istituzioni nell’ultimo anno. Infine essi osservano comunque in maniera particolarmente rigorosa ogni cautela atta ad evitare che si determinino situazioni di vantaggio per determinate forze politiche o determinati competitori elettorali, prestando anche la massima attenzione alla scelta degli esponenti politici invitati e alle posizioni di contenuto politico espresse dagli altri ospiti; a tal fine deve essere garantito il contraddittorio in condizioni di effettiva parità, in assenza del quale non possono essere trattati temi di chiara rilevanza politica, ovvero che riguardino vicende o fatti personali di personaggi politici”.

È previsto anche che la Rai pubblichi “quotidianamente sul proprio sito www.raiparlamento.rai.it i dati del monitoraggio del pluralismo relativi ad ogni testata e gli indici di ascolto”. E “in tutte le trasmissioni radiotelevisive diverse da quelle di comunicazione politica, dai messaggi politici autogestiti e dai programmi di informazione ricondotti sotto la responsabilità di specifiche testate giornalistiche, non è ammessa, ad alcun titolo, la presenza di candidati o di esponenti politici o di persone chiaramente riconducibili a soggetti politici, a partiti e alle liste concorrenti e non possono essere trattati temi di evidente rilevanza politica ed elettorale, né che riguardino vicende o fatti personali di personaggi politici”. Il rispetto delle regole “e il ripristino di eventuali squilibri accertati, è assicurato d’ufficio dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni secondo quanto previsto dalle norme vigenti”. La Rai, inoltre, deve comunicare “all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ed alla Commissione parlamentare il calendario settimanale delle trasmissioni effettuate indicando i temi trattati e i soggetti politici invitati, nonché la suddivisione per genere delle presenze, ed informa altresì sui tempi garantiti a ciascuna forza politica nei notiziari della settimana precedente”.

Sono previste anche trasmissioni che illustrano le modalità di voto e la presentazione delle liste, mentre altri articoli del regolamento regolano le tribune elettorali e le interviste il cui “ordine di trasmissione è determinato in base al numero dei rappresentanti di ciascun soggetto politico nel Parlamento nazionale uscente, in ordine crescente. Sono trasmesse per prime le interviste dei soggetti attualmente non rappresentati. Nei casi in cui non sia possibile applicare tali criteri si procede mediante sorteggio”. Sono regolamentate anche le conferenze stampa, da svolgerein diretta, dei capi delle coalizioni, di durata non inferiore ai 45 minuti e trasmesse tra le ore 21 e le ore 22,30, possibilmente in date diverse da quelle delle interviste. “La conferenza-stampa – spiega il regolamento – è moderata da un giornalista della Rai; essa è organizzata e si svolge in modo tale da garantire il rispetto di principi di equilibrio, correttezza e parità di condizioni nei confronti dei soggetti intervistati. I giornalisti pongono domande ciascuna della durata non superiore a 30 secondi”. (Public Policy)

EPA