(Public Policy) – Roma, 14 nov – Positiva l’azione del
Governo che ha elaborato una Strategia energetica nazionale
(Sen) dopo 20 anni di assenza di programmazione, ma ci sono
dei punti critici.
Ad esprimersi sulla bozza Sen presentata dal ministero
dello Sviluppo economico ai primi di ottobre e attualmente
aperta alla consultazione pubblica è Chicco Testa,
presidente di Assoelettrica, l’associazione dei produttori
di energia elettrica di Confindustria durante l’assemblea
annuale dell’associazione a Roma. La premessa è l’accesso di
capacità produttiva del settore e la riduzione dei margini
di redditività.
“Intanto un problema metodologico – dice Testa – la Sen non
scioglie completamente un antico equivoco per cui si sommano
nello stesso documento obiettivi, strumenti ed indicazioni
quantitative. Sovrapponendo quindi una strategia flessibile,
che deve soprattutto mettere a disposizione una
strumentazione efficace, con elementi di pianificazione
pesante che inevitabilmente entrano in contraddizione con i
presupposti citati”.
Sulle rinnovabili, per il quale Sen indica il superamento
dell’obiettivo europeo del 20-20-20, “riteniamo che la nuova
previsione quantitativa, 130 miliardi di chilowattora, non
debba trasformarsi in nuovo obiettivo. Piuttosto, il surplus
rispetto agli obiettivi europei dovrebbe essere indirizzato
ai Paesi in ritardo con gli obiettivi del pacchetto
(attraverso i trasferimenti statistici previsti dalla Ce)
con una riduzione degli oneri di sistema per l’Italia”.
Sulla riduzione dell’importazione di gas prevista dal
Piano, Testa prosegue: “Viene da domandarsi perché
proseguire, in questo scenario su un corposo piano di
investimenti di Terna che si basa su un sostanziale aumento
della capacità di trasmissione con i Paesi confinanti.
Verifica di solidità che dovrebbe riguardare anche
l’auspicato sviluppo delle infrastrutture di importazione
gas, ora utilizzate al 70% mentre si prevede una diminuzione
delle importazioni del gas naturale fino al 2020”.
La riduzione dell’import
elettrico “appare condizionata al realizzarsi di una serie
di eventi (come il riallineamento dei prezzi del gas e la
piena integrazione dei mercati) certamente auspicabili, ma
solo in parte governabili a livello nazionale” spiega il
presidente di Assoelettrica. Che continua: “Le conseguenze
di un mancato raggiungimento di tale riduzione
aumenterebbero le criticità del nostro parco di generazione,
erodendo ulteriormente la quota di produzione termoelettrica
nazionale”.
Per Assoelettrica è necessario che la Sen indichi come
portare avanti la liberalizzazione del mercato elettrico.
“Sarebbe opportuna una maggiore definizione delle azioni
per far sì che il vettore elettrico possa assumere il ‘ruolo
di maggior rilevanza’ che la stessa Sen gli attribuisce. Si
ritiene infatti che per favorire la diffusione di
applicazioni di tecnologie elettriche efficienti, quali
pompe di calore per climatizzazione, auto e trasporti
elettrici, sia necessario adeguare il quadro regolatorio”.
Per Assoelettrica dare maggiore peso all’energia elettrica
su altre fonti, “comporterebbe un dividendo multiplo: quello
ambientale di efficienza energetica e quello tariffario,
grazie all’aumento della base imponibile su cui ripartire
gli oneri di sistema e darebbe respiro, grazie
all’incremento dei consumi, al settore della generazione
elettrica”. Infine la richiesta è a Governo e Parlamento per
sgravare i costi dell’energia dalle componenti parafiscali e
dagli oneri impropri. (Public Policy)
LAP