ROMA (Public Policy) – “Anche se mi sono dimesso da senatore continuo a far parte del Movimento. Questo perché credo nei suoi ideali e voglio continuare a dare il mio contributo. Se così non fosse, sarei entrato nel gruppo Misto. Magari mi sarei tenuto lo stipendio. Sono qui perché Beppe Grillo ha toccato le corde della mia coscienza civile […] mi ha chiamato a fare una rivoluzione di pace”.
Lo ha detto in aula al Senato il senatore M5s dimissionario Maurizio Romani, intervenendo all’inizio della seduta. Dopo le espulsioni dei quattro senatori 5 stelle (Luis Alberto Orellana, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella), Romani ha presentato le proprie dimissioni, in sostegno dei quattro colleghi. Nel caso in cui però le dimissioni vengano respinte dall’assemblea di Palazzo Madama Romani rimarrà nel Movimento.
“Il regolamento – ha aggiunto – prevede l’espulsione per chi non rispetta le regole, su questo non si discute. Ma i motivi delle mie dimissioni sono altri. Primo: l’espulsione è stata gestita in modo sommario, senza rispettare le nostre regole interne. Secondo: se uno di noi vuole esprimersi in assemblea, deve poterlo fare liberamente, senza che glielo impediscano con accuse e aggressioni verbali. Senza questo impegno concreto rimangono solo gli slogan. Se poi si aggiunge la violenza verbale, si finisce per ostacolare il cambiamento che cerchiamo di realizzare”. (Public Policy)
SOR