di Luca Iacovacci
ROMA (Public Policy) – Istruzione, territorio, ambiente, funzioni generali e trasporti: è sulla base di queste funzioni di Province e Città metropolitane che il Governo ha provveduto a stilare la nota metodologica che, attraverso una stima basata sui costi e assumendo a parametro la spesa storica corrente impegnata nel 2012, ha calcolato un coefficiente di riparto ad hoc per ogni funzione.
Secondo lo schema predisposto dall’Esecutivo: l’istruzione pesa il 26%, il territorio circa il 28%, l’ambiente quasi il 18%, i trasporti il 9%. Il resto, invece, rientra nella categoria delle funzioni generali (22,5%).
C’è uno schema di dpcm all’esame della commissione sul Federalismo fiscale, che contiene la nota metodologica e i coefficienti di riparto dei fabbisogni standard delle Province e delle Città metropolitane, sulla base del dlgs 216 del 2010 (uno di quelli emanati a seguito dalla riforma sul federalismo fiscale, che ha introdotto nell’ordinamento il fabbisogno standard). I relatori sono Giovanni Paglia, Sinistra italiana, e Cecilia Guerra, Mdp.
Tra i punti più controversi, come emerso durante il dibattito in commissione, quello dell’inclusione o meno dell’economia sommersa ai fini della determinazione dei fabbisogni standard della funzione ‘territorio’ e la necessità di correlare meglio la determinazione dei fabbisogni con le esigenze di perequazione.
Sullo schema di dpcm la commissione ha udito rappresentanti della società Sose, Soluzioni per il sistema economico spa, e il presidente della Commissione tecnica per i fabbisogni standard, Luigi Marattin.
Tra l’altro, come ricordato in un dossier dei tecnici del Senato lo schema di dpcm sarà il primo su fabbisogni standard di Province e Città metropolitane.
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