Fake news e dintorni: cosa hanno detto in Parlamento Google e Facebook

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ROMA (Public Policy) – “Google non ha, e credo che non debba avere, la responsabilità di decidere cio che è vero e ciò che è falso. Online come offline, chi pubblica notizie false è responsabile direttamente. È normale che Google indicizzi cose false, ma chi ritiene di essere vittima di un’infamia, perché quelle notizie sono false, deve rivolgersi a chi le pubblica e chiedere che vengano rimosse: nel momento in cui vengono rimosse, vengono rimosse anche dal motore di ricerca”.

Lo ha detto Diego Ciulli, responsabile relazioni istituzionali di Google Italia, nel corso di un’audizione alla Camera in commissione Trasporti nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big data.

Sul tema è intervenuta in audizione anche Laura Bononcini, responsabile relazioni istituzionali di Facebook per il Sud Europa: “Facebook rimuove le notizie false solo ed esclusivamente se queste sono contrarie alle sue policy o alla legge. Per il resto, se Facebook identifica una notizia falsa, che viene segnalata da un utente o dall’intelligenza artificiale, prende questa notizia, la gira all’associazione di fact checking con la quale sta lavorando – in Italia è Pagella politica – che rivedrà notizia, e se effettivamente riterrà che la notizia sia potenzialmente falsa, l’agenzia produrrà un’analisi del perché questa notizia è falsa. L’analisi comparrà sotto alla notizia, che può essere anche un’immagine o un video. Quindi, ogni volta che io utente mi troverò davanti a questa notizia, vedrò che è stata rivista, e mi apparrà un’indicazione, se voglio condividerla, che mi dice che probabilmente la notizia è falsa”.

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PAM