ROMA (Public Policy) – Prosegue a rilento in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama l’esame dei circa 180 emendamenti proposti dai gruppi parlamentari al decreto legge governativo che fissa nuove regole sui contributi economici volontari e fiscalmente agevolati a favore dei partiti. E che prevede fino al 2017 un regime transitorio di finanziamenti statali nella forma del rimborso per le campagne elettorali.
A due giorni dalla bocciatura dei documenti avanzati dalla Lega Nord, finalizzati ad applicare alle organizzazioni sindacali i parametri di trasparenza e pubblicità dei bilanci validi per le formazioni politiche e a rimuovere la trattenuta automatica in busta paga per l’iscrizione alle associazioni rappresentative dei lavoratori, la presidente Anna Finocchiaro ha comunicato ieri la presentazione da parte del Governo di due ipotesi di modifica del testo base.
La più rilevante punta a eliminare le agevolazione sulle spese di commissione per le erogazioni liberali e le quote associative in favore dei partiti effettuate con carte di credito o debito. Riformulate poi diverse proposte di emendamento. Gli esponenti del Carroccio vogliono allargare gli sgravi fiscali ai contributi spontanei versati alle forze politiche fin dal 2007 tramite bonifico bancario o postale pienamente rintracciabili. Nel Partito democratico Doris Lo Moro mette in risalto “la convergenza di numerosi gruppi parlamentari sugli obiettivi cari al Nazareno: la riduzione a 100mila euro del contributo annuo di ogni persona a favore di un partito; l’esclusione di privilegi nelle spese di commissione sui versamenti volontari con carte di credito o debito; l’equiparazione fra formazioni politiche e Onlus nelle agevolazioni tributarie per le donazioni”.
Tra i rappresentanti delle Autonomie, Francesco Palermo mira però a innalzare il limite dei contributi individuali al 20 % dei proventi economici di un partito. Vito Crimi, M5s, ribadisce infine “l’impostazione radicalmente alternativa all’impianto del decreto legge governativo del pacchetto di modifiche proposte dal Movimento 5 stelle, volto ad abolire del tutto e subito il finanziamento pubblico dei partiti”. Richiama gli emendamenti orientati alla soppressione delle detrazioni delle spese per la partecipazione a corsi di formazione politica.
Evidenzia “il testo mirante a eliminare la destinazione volontaria del due per mille Irpef, che costituisce una forma di sussidio statale”. Mentre il suo collega Francesco Campanella rimarca la necessità di rendere obbligatoria per i partiti la consultazione dei propri iscritti per la formazione delle liste elettorali. (Public Policy)
EDP