di Viola Contursi
ROMA (Public Policy) – Addio all’iniziale ambizione di procedere verso un sistema di tassazione duale, che avrebbe previsto un’aliquota unica per tutto ciò che sta fuori dall’Irpef; tutela dei redditi medio-bassi nella revisione dell’Irpef; superamento della distinzione tra redditi da capitale e redditi di natura finanziaria; revisione del catasto ma senza prevedere la variazione del valore patrimoniale degli immobili e destinando l’eventuale maggior gettito alla riduzione dell’Imu.
Queste le principali novità sul testo della delega fiscale emerse dall’accordo di maggioranza raggiunto la scorsa settimana, secondo una bozza delle norme concordate, di cui Public Policy ha preso visione.
Un testo organico che inglobi le modifiche accordate giovedì scorso a Palazzo Chigi (che riguardano l’articolo 2 e l’articolo 6 della delega) ancora non c’è, e a “disegnarlo” dovrà essere ora la commissione Finanze della Camera, dove l’esame del testo riprenderà subito dopo le elezioni amministrative (quindi dalla settimana che inizia il 13 giugno) con l’obiettivo di concludere l’esame e andare in aula il 20 giugno. A quel punto la delega fiscale passerà al Senato, dove il passaggio dovrebbe essere rapido e solo formale, dato che il testo che arriverà sarà frutto, appunto, di un accordo di tutta la maggioranza.
Anche se non mancano, ancora, delle frizioni su alcuni nodi tra i partiti che sostengono il Governo: la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra (Leu-Articolo 1) ha fatto sapere che Liberi e uguali non voterà l’articolo 2 della delega (ritoccato dall’ultimo accordo) sulla tassazione personale del reddito che, dice la sottosegreria al Mef “dopo l’ultimo compromesso voluto dal centrodestra, conferma di fatto lo status quo, cristallizzando tutte le ingiustizie che caratterizzano il nostro sistema fiscale. In primo luogo quello di una progressività che colpisce ormai solo i redditi di dipendenti e pensionati”.
Ma vediamo cosa prevedono le bozze di misure concordate, secondo una bozza visionata da Public Policy:
ADDIO SISTEMA DUALE
L’accordo sulla prima parte dell’articolo 2 della delega fiscale prevede di riscrivere la lettera a) del primo comma, eliminando la previsione di una progressiva evoluzione del sistema di tassazione verso un modello compiutamente duale (che avrebbe previsto un’unica aliquota per tutti i redditi fuori dall’Irpef). Al posto del sistema duale viene previsto un sistema “ibrido” che prevede – si legge nella bozza di articolo riformato – una “progressiva revisione del trattamento fiscale dei redditi personali derivanti dall’impiego del capitale, allo scopo di favorire l’efficiente funzionamento del mercato dei capitali, aumentando il grado di neutralità fiscale e prevedendo ordinariamente l’applicazione di un prelievo proporzionale e regimi cedolari ai redditi da capitale, nonché distinguendo tra redditi da capitale mobiliare e immobiliare”.
RIFORMA IRPEF
Sempre all’articolo 2 della delega fiscale, lì dove si parla di riforma dell’Irpef, su istanza di Pd e Leu è stata poi inserita – come si legge nella bozza di norma frutto dell’accordo di maggioranza – la previsione che la riduzione graudale delle aliquote medie effettive Irpef parta “da quelle relative ai redditi medio-bassi”.
TUTELA CASA DA REVISIONE TAX EXPENDITURE
Si fa espresso riferimento poi alla “tutela del bene casa” nel passaggio della riforma Irpef che prevede il riordino delle deduzioni dalla base imponibile e delle detrazioni Irpef.
REDDITI DA CAPITALE
Un’altra modifica accordata, e proposta da Iv, prevede che oltre alla “progressiva armonizzazione dei regimi di tassazione del risparmio anche con riferimento alle basi imponibili” si procedo verso il “progressivo superamento della distinzione tra redditi da capitale e redditi diversi di natura finanziaria, prevedendo in ogni caso che detta armonizzazione operi esclusivamente con riferimento ai redditi prodotti dopo l’entrata in vigore dei dereti delegati e tenendo conto dell’obiettivo di contenere gli spazi di elusione e di erosione dell’imposta.
RIFORMA CATASTO
L’altro grande capitolo, o meglio il capitolo madre delle modifiche al testo governativo della delega fiscale, riguarda il catasto. Questo fu il primo nodo dello scontro con il centrodestra di Governo, che ha bloccato la riforma per quasi due mesi. La bozza di accordo, in sostanza, riscrive le lettere b) e c) del comma 2 dell’articolo 6 della delega, eliminando la previsione di attribuire alle unità immobiliari, oltre alla rendita catastale revisionata, anche un nuovo valore patrimoniale.
La nuova formulazione della norma, secondo il testo frutto dell’accordo di cui Public Policy ha preso visione, prevede invece che il Governo, nel dlgs Catasto dovrà “indicare per ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale risultante a normativa vigente e sulla base dei dati nelle disponibilità dell’Agenzia delle Entrate, anche una ulteriore rendita, suscettibile di periodico aggiornamento, determinata utilizzandi i criteri previsti dal DpR 138/1998 tenendo anche conto dell’articolazione del territorio comunale in ambiti territoriali omogenei di riferimento; della rideterminazione delle destinazioni d’uso catastali, distinguendoli in ordinarie e speciali; dell’adozione di unità di consistenza per gli immobili di tipo ordinario”.
IMU
Si prevede che se le attività di riforma del catasto dovessero produrre maggior gettito, una quota dovrà essere destinata “alla riduzione dell’imposizione tributaria sugli immobili e prevalentemente attribuita ai Comuni ove si trovano gli immobili interessati” dalla revisione catastale.
Viene inoltre previsto che la revisione catastale degli immobili non dovrà in ogni caso essere usata per la determinazione della base imponibile dei tributi e per la determinazione delle agevolazioni e dei benefici sociali.
RUOLO AGENZIA ENTRATE
Il dlgs Catasto, viene previsto da un’altra novità inserita nel testo della delega fiscale, dovrà inoltre “prevedere nella consultazione catastale l’accesso alla banca dati Omi”. Non solo, un’altra modifica accordata delega il Governo a “prevedere procedimenti amministrativi semplificati e modalità di collaborazione tra i Comuni e l’Agenzia delle entrate, affidando a quest’ultima anche i compiti di indirizzo e coordinamento. (Public Policy)
@VioC