“CREAZIONE DI UN’UNIONE BANCARIA PER UN SINGLE RULEBOOK EUROPEO”
(Public Policy) – Roma, 27 giu – La revisione delle regole
internazionali della finanza, promossa dai leader del G20
all’inizio della crisi, è ora in fase avanzata. Una parte
degli impegni assunti è stata realizzata: Basilea3 è il più
significativo.
Alcuni lavori sono in via di completamento, altri da poco avviati.
Lo scenario regolamentare non è ancora compiutamente definito, ma
i capisaldi della riforma sono chiari: rafforzare i presidi di
capitale e di liquidità; favorire una maggiore aderenza delle
metriche prudenziali ai rischi effettivi; correggere incentivi
distorti; agevolare l’uscita degli intermediari dal mercato
in caso di crisi.
Carmelo Barbagallo, direttore centrale della Banca d’Italia
per la vigilanza bancaria e finanziaria, intervenendo a un
convegno dell’Abi, ha ricordato che l’Istituto di Via Nazionale
“ha da tempo avviato le attività per il recepimento entro la
fine dell’anno delle disposizioni europee”.
Poi ha spiegato: “I lavori riguardano, tra l’altro: le
modifiche alla normativa primaria, da coordinare con le
altre Autorità coinvolte per i profili di rispettiva
competenza; gli aggiornamenti della normativa secondaria; la
predisposizione della disciplina segnaletica. Nelle prossime
settimane renderemo note in consultazione le discrezionalità
previste da Direttiva e Regolamento che la Banca d’Italia è
chiamata a esercitare, unitamente alle relative valutazioni
d’impatto”.
“Da oltre due anni – ha ricordato Barbagallo – proseguono
gli esercizi di monitoraggio dei nuovi standard prudenziali
condotti dal Comitato di Basilea e dall’Eba (European
banking authority; Ndr). I risultati di questi studi
costituiscono un fondamentale supporto analitico per le
decisioni, fornendo elementi utili a valutare l’impatto
delle norme sugli intermediari e, attraverso di essi,
sull’economia reale”.
Pur non esente dai rischi di deterioramento della qualità
degli attivi, ha aggiunto il direttore per la vigilanza,
continua con regolarità il percorso di avvicinamento agli
standard di Basilea 3 del nostro sistema bancario, come
riconosciuto di recente anche dal Fondo monetario
internazionale.
“Le esigenze di capitale – ha detto Barbagallo – per l’ampio
campione di banche monitorato dalla Vigilanza, misurate
simulando il rispetto delle norme alla fine del periodo
transitorio, si sono ridotte nell’ultimo biennio da oltre 35
a circa 9 miliardi di euro. L’entità della distanza da colmare
non autorizza a considerare l’obiettivo raggiunto, ma induce
a un cauto ottimismo la capacità di reazione mostrata dalle
banche italiane nell’avverso scenario congiunturale”.
La crisi ha imposto agli attori del sistema finanziario
(intermediari, mercati, istituzioni) sfide in passato
inimmaginabili, e Barbagallo ha sottolineato che “le
criticità, le tensioni emerse in Europa, si sono spinte fino
a mettere in discussione il progetto stesso del Mercato
unico”.
Gli sforzi sinora profusi per riformare le norme e i
controlli sulla finanza, ha aggiunto, sono stati diretti a
rigenerare il necessario clima di fiducia tra gli operatori,
le autorità e gli utenti del sistema finanziario, imprese e
cittadini dell’Unione europea.
“I fondamentali presidi microprudenziali – ha specificato –
a partire dalla qualità e dalla quantità del capitale che le
banche dovranno detenere, saranno presto definiti in modo
univoco in tutti i Paesi dell’Unione; le
norme saranno applicate utilizzando lo stesso metro”.
In conclusione: “La creazione di una vera unione bancaria
nell’eurozona – che, accanto a un sistema unico di
supervisione, preveda anche un’Autorità europea preposta
alla risoluzione delle crisi e meccanismi accentrati di
intervento finanziario – è il complemento naturale e
necessario del percorso verso un single rulebook europeo”.
“Al termine di questo processo – ha aggiunto – potremo
dire di aver realizzato un quadro di piena integrazione
europea dei tre momenti fondamentali dell’attività di
vigilanza: regole, supervisione, risoluzione delle crisi. Si
potrà così garantire una definitiva cesura tra rischio
sovrano e rischi bancari e, al contempo, rafforzare la
parità concorrenziale tra le banche”.
“La Banca d’Italia – ha assicurato – continuerà a fare la
propria parte anche attraverso il dialogo costante con il
sistema bancario, così da preparare con gradualità la
transizione verso il nuovo corso delle regole e dei
controlli”.
Basilea 3 è soltanto uno dei fattori che disegneranno lo
scenario di riferimento per le banche nei prossimi anni. Il
sistema bancario deve riflettere sulla validità dei modelli
di business, agire sulla struttura dei costi, innovare
prodotti e processi, operare per il recupero della
redditività. “Se saprà – ha concluso Barbagallo –
interpretare lo spirito e le finalità delle nuove regole,
rafforzando l’impiego degli strumenti di misurazione e
controllo del rischio a supporto dei processi decisionali,
ne trarranno beneficio la stabilità sistemica e la capacità
di competere nel mutevole panorama internazionale“. (Public
Policy)
SPE