FT, MONTI: PER SALVARE L’ITALIA POTEVAMO SOLO ALZARE LE TASSE

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Monti Ppe
(Public Policy) – Roma, 22 gen – “Variazioni sulle sue
ricorrenti critiche e sulla sua frustrazione nei confronti
della cancelliera Angela Merkel, rispetto alla crisi
dell’eurozona”. Il presidente del Consiglio Mario Monti, con
una lettera al Financial Times, inquadra le critiche del
vicedirettore del quotidiano finanziario inglese, Wolfgang
Munchau – autore ieri di un editoriale dal titolo ‘Monti non
è l’uomo giusto per governare l’Italia – come dovute a
motivi personali. Munchau è tedesco, e per questo, pare
alludere Monti, ce l’avrebbe con la Merkel.

Poi Monti entra nel merito e risponde a Munchau: “Nel
Novembre 2011 l’Italia era vicina a venire espulsa dai
mercati finanziari. Era imperativo ridurre le necessità di
finanziamento in quel caso, e poteva essere fatto solo
aumentando le tasse, intervento già deciso in larga misura,
anche se non applicato dal precedente Governo”.
Nel 2012, riferisce il premier del Governo tecnico, “non
c’è stata alcuna correzione fiscale addizionale, nonostante
un contesto internazionale in peggioramento e il terremoto
che ha colpito l’Emilia Romagna. Piuttosto, l’aggiustamento
è stato progressivamente ribilanciato, basandosi sempre più
su tagli e spending review”.

Ciò che il Governo ha fatto, prosegue Monti, “per
abbassare i prezzi e creare più posti di lavoro nel settore
dei servizi è senza precedenti per un periodo così breve e
data la mancanza di una maggioranza in Parlamento. I mercati
italiani sono ora aperti quanto quelli della media Ue, e in
alcuni casi di più, secondo l’Ocse. Si stima che le riforme
impatteranno sulla crescita economica italiana per almeno 4
punti sul Pil entro il 2020”.

“Il lavoro però non è terminato, e potrebbe facilmente
essere disfatto”. Questo è il motivo, dichiara il
Professore, per cui è entrato nell’arena politica: “Per
ottenere il sostegno delle più vive forze della società – e
ce ne sono molte! – che vogliono il Paese svilupparsi
attraverso il merito e il rispetto della legge”.
Con i conti pubblici ora più sani, scrive ancora il
presidente del Consiglio, “e tra i più sani al mondo, come
notato dal Fmi, l’Italia può ora permettersi di sostenere
attività e occupazione ed essere più equa”.

E poi la conclusione, di respiro europeo. “Nella necessità
di tutti i Paesi, inclusa la Germania, di contribuire allo
sforzo di riequilibrio, mi si permetta di ricordare ai
lettori che, da quando sono diventato primo ministro, sono
stato il primo a spingere il Consiglio europeo per un’agenda
di misure a sostegno della domanda. Senza consolidamento
fiscale e riforme in un Paese cruciale come l’Italia e senza
la nostra leadership e determinazione nel condurre il summit
di Giugno, è dubbio che la Bce si sarebbe sentita in grado
di dire e fare ciò che ha fatto dopo, che è stato infatti
cruciale. Abbiamo certamente bisogno di essere più ambiziosi
e osare di più non solo nel preservare ma nel rafforzare
l’integrazione europea, a partire da quella monetaria ed
economica. É stato ciò per cui mi sono battuto tutto questo
tempo”.(Public Policy)

LEP