GIUSTIZIA, QUAGLIARIELLO: MAGISTRATURA SGANCIATA DA SOVRANITÀ POPOLARE

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(Public Policy) – Roma, 26 set – “Il vero problema è la
tendenza di tutti i sistemi verso la common law, che ha
portato in Italia il fenomeno della giurisprudenza creativa,
per cui è avvenuto un progressivo sganciamento della
magistratura dal circuito della sovranità popolare”. A dirlo
è stato il ministro delle Riforme costituzionali Gaetano
Quagliariello, ieri a Roma durante un convegno
su giustizia, economia e riforme,  al Consiglio di Stato.

Il Common Law è quel sistema giuridico di matrice
anglosassone basato sui precedenti giurisprudenziali, che
avrebbe dunque portato – secondo il ministro – a leggi
prodotte da sentenze invece che elaborate
“dai rappresentanti eletti dal popolo”, operando
così quello “sganciamento” tra magistratura e sovranità
menzionato dal ministro.

Quagliariello, che ha definito il rapporto tra politica e
giustizia come “il problema del secondo tempo della prima
repubblica”, ha fatto risalire l’inizio del “saltato
equilibrio” agli anni ’92/’94, quando con Tangentopoli,
“sotto l’aspetto parlamentare, si sono perse le prerogative
dell’articolo 68 (sull’immunità parlamentare; Ndr),
dall’altra quando per l’amnistia e l’indulto sono state
previste procedure con una maggioranza rafforzata. Due cose
– ha affermato il ministro – che hanno spezzato l’equilibrio
originario, interagendo con altri fenomeni epocali” come “la
spettacolarizzazione della giustizia”.

Infine Quagliariello, dopo aver ricordato la relazione
sulle riforme della giustizia prodotte dal gruppo dei saggi
istituito da Napolitano, ha concluso: “Non penso che
possiamo andare a ritrovare oggi l’equilibrio originario,
ricreando quelle prerogative, ma il problema di come
ritrovare un equilibrio è necessario porselo”. (Public
Policy)

NAF