(Public Policy) – Roma, 22 ott – Prevedere liste di aziende
per gli appalti pubblici e al loro interno black list di
quelle che non si attengono ai criteri dettati per legge.
Queste alcune delle misure proposte dalla commissione
governativa di studio sulla corruzione per arginare il
fenomeno nell’ambito degli appalti pubblici. Un ambito
economico più a rischio corruzione in Italia.
Nel Rapporto stilato dalla commissione si ricorda che nel
2011 il mercato degli appalti pubblici ha comportato una
spesa di 106 miliardi di euro, pari a circa l’8,1% del Pil.
PROBLEMI
A fronte di così grosse spese e guadagni, però, si registra
una “debolezza delle stazioni appaltanti, molto spesso
incapaci di provvedere ad una adeguata attività di
progettazione”. Non solo, il Rapporto rivela anche
l’esistenza di “bandi-fotografia, ovvero bandi modellati su
caratteristiche specifiche di un determinato concorrente che
può ben celare un patto corruttivo tra l’amministrazione
appaltante e l’imprenditore”.
PROPOSTE NORMATIVE
Per prevenire episodi di corruzione negli appalti pubblici
la commissione governativa propone:
– Costituzione di centrali uniche di committenza per ambito
territoriale
– Creazione di una black list di chi non si adegua a
criteri reputazionali e relativa esclusione dal
finanziamento pubblico
– Creazione di uno sportello unico di rilevazione delle
stazioni appaltanti
– Creazioni di bandi-tipo cui attenersi
– Lavori pubblici svolti da azionariato esclusivamente
pubblico o soggetti privati altamente qualificati
– Compilazione di una lista di “imprese modello”, o white
list
– Riduzione dei sistemi di valutazione dell’offerta
economicamente più vantaggiosa a numero limitato e
regolamentazione del criterio del massimo ribasso come
sistema di aggiudicazione
– Esclusione del subappalto.(Public Policy)
VIC