di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – È insomma tornato, l’asse M5S-Lega. Sarà provvisorio, forse, chissà. Qui tutto è provvisorio, ancora più del solito. Ma Giuseppe Conte e Matteo Salvini hanno trovato una nuova sintonia, stavolta sul conflitto in Ucraina scatenato dalla Russia. Non bastava insomma Conte a chiedere a Mario Draghi di pronunciarsi contro l’escalation militare, bizzarra richiesta che andrebbe invece recapitata a Vladimir Putin, magari nella Duma o nel Consiglio federale della Russia. Adesso c’è anche il leader della Lega, che invoca lo stop alle armi in Ucraina: “A chi vanno queste armi? Non c’è un rapporto esercito-esercito. Cosa succede fra due mesi? Queste armi salvano la vita dei civili ucraini o condannano altri civili ucraini?”. Insomma, “quando si parla di guerra occorre cautela. All’inizio, come la stragrande maggioranza degli italiani, ho detto subito sì, senza se e senza ma, all’invio di aiuti economici, umanitari e militari per l’Ucraina. Sono passati due mesi, è servito? Inizio ad avere dei dubbi. Secondo me, adesso, Zelensky e Putin potrebbero e dovrebbero sedersi a un tavolo. Non vorrei che ci fosse qualcun altro, per altri interessi, a non volerli fare sedere al tavolo”.
Si sprecano, poi, le citazioni di papa Francesco, che nel colloquio con il Corriere della sera ha criticato la Nato: “L’abbaiare della Nato alla porta della Russia” ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto, ha detto il Papa: “Un’ira che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata forse sì”. Ieri circolavano già le card di Alessandro Di Battista online per congratularsi con papa Francesco.
C’è da immaginarsi, purtroppo, che queste settimane di guerra ci aiuteranno a capire i prossimi mesi di campagna elettorale, già iniziata, per le elezioni politiche del 2023. Il conflitto aumenterà le pulsioni identitarie, anche quando sono palesemente strumentali. Non dobbiamo dimenticare, poi, che abbiamo un Parlamento uscente nel quale abbondano forze politiche che nel passato recente, e anche nel recentissimo presente, hanno assunto posizioni filo russe e, in generale, anti occidentali. Non sono poche le forze politiche che hanno strizzato l’occhio a Vladimir Putin, considerato un punto di riferimento di chi si oppone a Unione europea e Stati Uniti. Gli avversari dell’atlantismo sono ovunque.
@davidallegranti