ROMA (Public Policy) – Aumentare le royalty fino al 50% per le nuove concessioni di produzione di idrocarburi, riconsiderare il limite di divieto di perforazione in aree marine all’interno delle 12 miglia dalla costa e blocco delle attività in corso e del rilascio di future autorizzazioni nelle zone di elevato rischio sismico. Sono tre dei 18 impegni contenuti nella proposta di testo unificato di quattro risoluzioni in discussione alle commissioni Ambiente e Attività produttive alla Camera.
Il testo riformulato dal governo, la cui accettazione sarà discussa nelle prossime sedute, punta inoltre a impegnare l’esecutivo a definire regole comuni per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, a partire dal recepimento della direttiva europea sulla sicurezza nelle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e dalla ratifica del Protocollo offshore incluso nella Convenzione di Barcellona.
Sempre in ambito europeo, la risoluzione impegna l’esecutivo a promuovere durante il semestre di presidenza italiana, tutte le iniziative necessarie per definire a livello europeo e dell’intero bacino del Mediterraneo una disciplina comune delle attività estrattive e di esplorazione in mare anche con una apposita conferenza dei Paesi rivieraschi per definire una regolamentazione comune delle attività di sfruttamento degli idrocarburi all’interno del bacino del Mediterraneo.
Il testo riformulato mira poi a far riconsiderare al governo la disciplina 2006 che vietava le attività esplorative all’interno delle 12 miglia marine. Collegato a questo impegno si chiede di valutare le linee di base delle acque territoriali lungo l’intero perimetro costiero nazionale, e non le linee di costa come attualmente previsto. Si punta poi a non mettere a rischio e a non pregiudicare, “neanche potenzialmente”, lo stato delle aree di reperimento di parchi costieri e marini e di aree marine protette impedendo, con gli opportuni provvedimenti normativi, l’avvio di nuovi impianti e attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi in mare o sulla terraferma fino alla adozione della perimetrazione.
“Nelle more – si legge nella risoluzione – il ministro dell’Ambiente adotta gli opportuni indirizzi relativamente alla Valutazione di impatto ambientale (Via) perché vengano adottate le massime cautele nelle valutazioni di impatto ambientale finalizzate a minimizzare o evitare ogni compromissione dello stato dei luoghi destinati ad area protetta nonché le necessarie garanzie affinché una volta terminate le attività di trivellazione venga integralmente ripristinato lo stato dei luoghi adottando a riferimento le soluzioni previste dalla direttiva sul danno ambientale“.
Tra gli altri impegni, il blocco delle attività in corso e del rilascio di future autorizzazioni nelle zone di elevato rischio sismico, vulcanico, di subsidenza e nelle zone di ripopolamento ittico; l’affiancamento alle procedure di Via una accurata analisi dei costi e benefici in relazione alle future eventuali attività esplorative e di coltivazione da autorizzare in zone di pregio turistico ed economico, con particolare riguardo agli eventuali impatti negativi che tali attività possono avere sull’economia dei territori coinvolti nei diversi settori produttivi.
E ancora: l’adozione delle necessarie iniziative per una revisione del sistema delle autorizzazioni per le trivellazioni prevedendo il coinvolgimento del ministero dell’Ambiente anche redigendo apposite griglie di valutazione in grado di recepire in modo oggettivo specifici punti di criticità quali ad esempio la presenza di falde acquifere o elevati rischi sismici e rilevanti fragilità geologiche dei territori interessati dalle ipotesi di ricerca, esplorazione e coltivazione di idrocarburi; l’incremento per le nuove concessioni di coltivazione le aliquote delle royalty fino al 50% rispetto a quelle attualmente vigenti; l’adozione di tutte le iniziative necessarie, anche normative, affinché i titolari di concessioni per ricerca ed estrazione di idrocarburi garantiscano gli adeguati piani di emergenza e le risorse economiche per la copertura degli interventi immediati di sicurezza, disinquinamento e bonifica in caso di incidente.
Infine: la verifica della sussistenza dei requisiti economici e tecnici delle società titolari di permessi di ricerca in modo da garantire efficienza tecnica, sicurezza e pieno rispetto di tutte le prescrizioni e dei vincoli stabiliti dalle autorità competenti; l’assunzione di ogni iniziativa, anche normativa, volta a prevedere il divieto della tecnica della fratturazione idraulica; la previsione in maniera chiara ed univoca che il parere degli enti locali sulle installazioni da assoggettare a Via sia acquisito e vagliato nell’ambito dello stesso procedimento. (Public Policy)
FRA