ROMA (Public Policy) – Riduzione del cuneo fiscale, contrasto all’evasione e – soprattutto – sterilizzazione delle clausole Iva da 23,1 miliardi: sono questi i pilastri della Nota di aggiornamento al Def approvata ieri sera dal Consiglio dei ministri (qualche giorno dopo rispetto alla data prefissata, che era il 27 settembre).
Il documento – che definisce la cornice della prossima manovra – fissa al 2,2% il rapporto deficit/Pil del 2020 (per poi scendere all’1,8% nel 2021 e all’1,4% nel 2022). La crescita per l’anno prossimo è stimata allo 0,6%, e all’1% nel 2021 e nel 2022; praticamente piatta – 0,1% – quella dell’anno in corso. Infine, il rapporto debito/Prodotto interno lordo: 135,2% nel 2020, 133,4% nel 2021 e 131,4% nel 2022.
Come detto, tra i punti qualificanti c’è il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti: la NaDef prevede una prima riduzione pari a 2,7 miliardi, con l’obiettivo di arrivare a 5,4 una volta a regime. Ritenute intoccabili le misure bandiera dei precedenti Governi (80 euro di Renzi, Reddito di cittadinanza e Quota 100 dell’era gialloverde), per le coperture si fa molto affidamento su circa 7,2 miliardi da recuperare attraverso la lotta all’evasione: un obiettivo decisamente ambizioso.
Nella NaDef si legge che sono previste “nuove misure di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, nonché interventi per il recupero del gettito tributario anche attraverso una maggiore diffusione dell’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili“. Strumenti che – ha detto ieri sera il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri – sono “ancora in via di definizione dettagliata e verranno inseriti nella manovra, ma hanno vari assi”. Secondo il titolare del Mef bisogna “voltare pagina” attraverso “un grande patto per modernizzare il sistema dei pagamenti, andando verso il digitale”.
Il Governo intende poi attuare “la web tax per le multinazionali del settore che spostano i profitti verso giurisdizioni più favorevoli”. Tra le misure c’è anche la riduzione delle spese fiscali, dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1% del Pil, cioè circa 1,7-1,8 miliardi, mentre altri 1,8 miliardi arriverebbero con la spending review.
Riguardo all’ambiente, Gualtieri ha anche annunciato l’arrivo di “bond verdi” per sostenere gli investimenti “eco”. Nel documento si elencano anche 23 disegni di legge che saranno collegati alla manovra: tra questi c’è il Green new deal, la revisione del superticket e anche un nuovo ddl sull’Autonomia differenziata. Previsto inoltre “il finanziamento delle politiche invariate per circa un decimo di punto di Pil,e il rinnovo di alcune politiche in scadenza”, fra cui rientrano gli incentivi Industria 4.0. Infine, si stimano 0,2 punti di Pil dalle privatizzazioni: 3,6 miliardi nel 2020 e 7,2 nel 2021-2022; nessuna entrata, invece, nel 2019.
La NaDef prospetta quindi una legge di Bilancio da circa 30 miliardi, e su circa 15 servirà chiedere elasticità a Bruxelles. “Abbiamo individuato il 2,2% di deficit programmatico che definisce una manovra espansiva pari allo 0,8% del Pil, che comporta un utilizzo significativo dei margini di flessibilità previsti dalle regole europee e sono fiducioso che il dialogo costruttivo con la Commissione europea consentirà di confermare questo obiettivo” ha detto Gualtieri. L’Esecutivo Ue uscente si riunisce domani, e vedremo se arriveranno già dei pareri sulla NaDef, anche se il vero dialogo sui conti Palazzo Chigi dovrà imbastirlo con la Commissione entrante, che sarà in carica dal 1° novembre. (Public Policy) PAM