Il ddl Made in Italy è pronto per l’aula: cosa prevede

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di Giuseppe Pastore

ROMA (Public Policy) – Il ddl Made in Italy ha terminato il suo esame nella commissione Attività produttive alla Camera e si prepara per la discussione generale in aula prevista già per lunedì 4 dicembre. Nella seduta di giovedì, infatti, la X di Montecitorio ha conferito il mandato al relatore per il provvedimento sulla valorizzazione delle eccellenze del made in Italy.

Tra le misure inserite nel testo, approvato il 31 maggio dal Consiglio dei ministri, si segnala un Fondo strategico e la nascita del Liceo del Made in Italy, oltre che l’istituzione della giornata nazionale dedicata alle eccellenze italiane che ricorrerà il 15 aprile.

“Un provvedimento scaturito dall’indagine conoscitiva della mia commissione ascoltando più di 160 associazioni di categoria ed enti”, ha dichiarato il deputato Alberto Gusmeroli (Lega), presidente della X di Montecitorio e relatore del ddl. Un provvedimento “strategico”, lo ha definito il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso parlando di una “svolta nella politica industriale del Paese”.

Ecco quali sono i principali interventi contenuti nel testo approvato in commissione.

IL FONDO PER IL MADE IN ITALY 

Il disegno di legge si presenta come un insieme di disposizioni che, intervenendo su singoli settori, prevedono l’erogazione di sostegni e l’istituzione di fondi ad hoc per tutelare la produzione nazionale.

Tra questi, quello più rilevante è il ‘Fondo nazionale del Made in Italy’ che consiste in una dotazione iniziale di 700 milioni di euro per il 2023 e di 300 milioni per il 2024 “al fine – si legge nel testo – di sostenere la crescita, il sostegno, il rafforzamento e il rilancio delle filiere strategiche nazionali”.

In particolare, il Fondo sarà “autorizzato a investire direttamente o indirettamente” nel capitale di società per azioni, “anche con azioni quotate in mercati regolamentati, comprese quelle costituite in forma cooperativa” a condizione che abbiano sede legale in Italia e non operino nel settore bancario, finanziario o assicurativo.

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@cg_pastore