di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – “La federazione con Italia viva è stata sciolta e non verrà ricostituita”, riferiscono fonti di Azione. “Sono venuti meno i presupposti di fiducia dopo le azioni di Renzi e Boschi di questi mesi. Il progetto di Azione va avanti con l’obiettivo di costruire un polo riformista, liberale e popolare con chi seriamente e lealmente ci vorrà lavorare”. Da notare il passaggio su “questi mesi”, come se il Terzo polo esistesse da anni. La notizia, dunque, è che Azione proseguirà per fatti suoi nella costruzione di un polo alternativo, lib-dem, che poi è quello che vuole fare anche Italia viva.
Dal partito unico a due partiti in competizione, insomma, il passo è stato brevissimo. E se prima c’era il problema di trovare un segretario per il Terzo polo, ora ci sono due leader a disposizione. Anche se, ha detto a Repubblica Mara Carfagna, presidente di Azione, che ora non bisogna parlare di leadership (Carlo Calenda è ancora il volto del riformismo liberal-socialista oppure no?), perché “darebbe il colpo di grazia a quel polo dei liberali, dei popolari e dei riformisti che dobbiamo continuare a perseguire. E comunque, io ero scettica fin dall’inizio sulla possibilità di arrivare a un partito unico, lo dissi anche a Carlo Calenda”.
Probabilmente, ha detto ancora Carfagna, “abbiamo sbagliato l’obiettivo fin dall’inizio: puntare sul partito unico ci ha privato dell’energia necessaria per imboccare l’unica strada percorribile. Quella di costruire una coalizione delle forze di centro, riformiste, europeiste e liberali che si alleano fra loro senza rinunciare ai propri simboli, ai propri leader, alle proprie identità”.
Resta da capire con chi: già l’alleanza con Italia viva non aveva portato grandi risultati elettorali, e adesso? (Public Policy)
@davidallegranti