Il populismo, questo sconosciuto

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di David Allegranti

ROMA (Public Policy) – Il problema non è stato nemmeno Beppe Grillo, sabato scorso alla manifestazione del M5s, con i suoi strani farfugliamenti su brigate e passamontagna. Il problema era l’intera piattaforma della manifestazione contro il precariato – che però si è molto allargata anche ad altri temi – con la quale i 5 Stelle sono scesi in piazza accompagnati anche dalla segretaria del Pd Elly Schlein. Lo dimostrano le dichiarazioni comprensibilmente adirate di alcuni dirigenti autorevoli dell’opposizione interna, da Lorenzo Guerini a Pina Picierno, ma lo dimostra anche la sortita di Alessio D’Amato, ex assessore alla Salute della Giunta Zingaretti, già candidato alle elezioni regionali del Lazio: “Ho comunicato a Stefano Bonaccini le mie dimissioni dall’Assemblea nazionale del Pd. Brigate e passamontagna anche No. È stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5S. Vi voglio bene, ma non mi ritrovo in questa linea politica”, ha scritto su Twitter.

“Non posso non rimarcare la mia distanza siderale da ciò che è stato detto sulla guerra di Putin all’Ucraina”, ha detto Guerini, presidente del Copasir e leader di Base Riformista: “Il Partito democratico è dalla parte dell’Ucraina, della sua lotta per la libertà e per la sovranità del suo popolo”. Moni Ovadia – scelto per intervenire sul palco da Giuseppe Conte e i suoi – si è scagliato contro chi vuole aiutare l’Ucraina a uscire dalla guerra senza essere travolta dalla violenza di Vladimir Putin: “Il pensiero unico con un martellamento incessante ha voluto farci credere che questa guerra è nata dall’uomo nero e cattivo che si è svegliato e ha deciso di invadere l’Ucraina”, ha detto Ovadia: “Non è vero, è una menzogna schifosa. Questa guerra è stata preparata artatamente da molti anni e il suo inizio è stato determinato dalla decisione di espandere laNato. Molti esponenti della politica americana avevano avvertito che l’espansione della Nato sarebbe stata una catastrofe epocale… eccola la catastrofe, ci vogliono trascinare tutti in una guerra, per cosa? Perché gli Usa riaffermino la loro supremazia mondiale. Questa catastrofe sta distruggendo l’Europa, serva degli Stati Uniti, non si è alzata una voce contro quello che sta succedendo. Loro vogliono distruggere la federazione Russa e frammentarla in tante piccole repubbliche per poi concentrarsi sulla Cina”.

Non c’è tuttavia da stupirsi se i Grillo e i Conte fanno i Grillo e i Conte. Il mestiere di populista è noto al grande pubblico, meno, pare, ai dirigenti del Pd. Che partecipano a manifestazioni di cui poi si devono giustificare. “La leader autorevole del principale partito di opposizione non va a manifestazioni di cui non ha il controllo”, dice il professor Arnaldo Testi, studioso di Stati Uniti: “A fare atto di interesse, ad ascoltare le fesserie retoriche di questo o le fesserie sostanziali di quello, ci manda i vice”. Solo che Schlein non ha vice. Certo ha persone a lei molto vicine, con ruoli di governo del partito, da Marco Furfaro a Igor Taruffi a Marta Bonafoni. Ma non sono Schlein. Il rapporto fra Pd e 5 stelle in questi anni è stato di subalternità dei democratici ai populisti.

“Per limitarci alla partenza della cosiddetta alleanza – ha detto Arturo Parisi nel libro “Quale Pd” – basterebbe per tutte la vicenda della riforma della ‘Costituzione più bella del mondo’ che ha portato alla riduzione del numero dei parlamentari. Quella che appunto il populismo aveva proposto, poi raccontato, e infine trionfalmente celebrato come ‘taglio delle poltrone’. C’è bisogno di ricordare che il Pd aveva votato tre volte No con dotte e fondate argomentazioni? Ebbene, pur di tornare al governo, non solo il partito si precipitò a mutare radicalmente il suo voto subendo la richiesta dell’inserimento di questo punto nell’accordo come condizione pregiudiziale. Ma riuscì anche a ricordarsi tutto d’un tratto che in passato anche noi avevamo avanzato proposte simili, anche se in un contesto e con uno spirito profondamente diversi, e da questo derivò l’argomento che erano i 5 stelle ad aver copiato noi e non invece noi a inseguire i 5 stelle. Mentre davanti a Montecitorio i nostri ‘alleati’ guidati dal ministro degli Esteri del ‘nostro’ Governo ribadivano a pro dei loro elettori la paternità della riforma srotolando sotto i nostri oc- chi ciechi e le bocche silenti striscioni illustrati dalle poltrone dei nostri sprechi e privilegi della politica, e dalle loro forbici vendicatrici. Come descrivere meglio una pronta e prona subalternità al populismo?”. (Public Policy)

@davidallegranti