Il punto sul dlgs Servizi pubblici (che attua il ddl Concorrenza)

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di Valentina Pigliautile

ROMA (Public Policy) – Il decreto legislativo di riordino dei servizi pubblici locali dovrebbe arrivare già questa settimana sul tavolo del Consiglio dei ministri. Dopo il via libera del relativo parere da parte della commissione Affari costituzionali del Senato, la I della Camera sarà chiamata a fare lo stesso entro oggi. L’obiettivo della maggioranza è garantire l’approdo in Cdm del provvedimento tra domani e venerdì, per non mancare la milestone del Pnrr.

Il decreto, che attua l’articolo 8 della legge 5 agosto 2022, n. 118 (ovvero il ddl Concorrenza 2021), rappresenta infatti una delle più più rilevanti riforme abilitanti contenute nel Pnrr con l’obiettivo, tra i tanti, di: “rafforzare e diffondere il ricorso al principio della concorrenza nei contratti di servizio pubblico locale, in particolare per i rifiuti e i trasporti pubblici locali”, “limitare gli affidamenti diretti”, favorire e incentivare le aggregazioni tra Comuni, “separare chiaramente le funzioni di regolamentazione e controllo e la gestione dei contratti di servizio pubblico”, “limitare la durata media del contratti in house” (secondo la riforma M1C2-6).

L’ESAME AL SENATO 

Sul parere al decreto, approvato in commissione Affari costituzionali del Senato, non sono mancati i rilievi critici avanzati dalle opposizioni. In particolare dal Pd e dal M5s.

La maggiore criticità rilevata dai dem riguarderebbe il ricorso all’in house: lo schema di decreto legislativo sembrerebbe discostarsi dall’indirizzo politico dato dal Parlamento con l’articolo 8 della legge n. 118 del 2022, che nel suo comma 2, lettera g) non prevede l’obbligo di motivare il mancato ricorso al mercato per legittimare la modalità di affidamento in house. “Il decreto come formulato – spiega a Public Policy Andrea Giorgis del Pd – introduce una probatio diabolica, perché l’ente locale per ricorrere all’in house deve dimostrare e motivare in maniera espressa perché non può ricorrere al mercato”. Si tratterebbe, dunque, di un “eccesso di delega che – secondo Giorgis – mortifica l’ente locale e distorce le esperienze e le competenze maturate a livello locali”.

Per il M5s, le principali criticità, oltre che nell’atteggiamento pregiudiziale rispetto all’affidamento in house, risiedono nell’insufficiente tutela occupazionale, nell’indicazione della qualità del servizio solo sulla base dell’efficienza, nel riferimento ai trasporti pubblici, nonostante la normativa di settore non presenti carenze”. Motivi che potrebbero spingere il M5s ad avanzare alla Camera una parere di minoranza alternativo.

IL PARERE APPROVATO 

Nel parere approvato passa – ma solo come osservazione – l’opportunità di considerare “l’ampia diffusione sul territorio nazionale di tale tipo di affidamenti e la loro positività, senza ovviamente pregiudicare le indicazioni della delega ed il raggiungimento della milestone del Pnrr”.

Cinque, invece, le condizioni indicate: la necessaria valutazione della salvaguardia degli affidamenti in essere anche nel settore dei rifiuti, oltre che nel settore idrico già salvaguardato; la semplificazione sulla definizione degli atti regolatori propedeutici alla stipula del servizio nella prospettiva di alleggerire gli oneri amministrativi e burocratici in capo agli enti locali; la revisione delle tutele sociali inerenti al personale impiegato, facendo in modo di lasciare una minore discrezionalità interpretativa in relazione al termine “adeguata” riferito alla “tutela occupazionale”; e ancora: la semplificazione del quadro regolatorio sulla rendicontazione annuale, eliminando in particolare la necessità di riportare, nella relazione, le singole proposte gestionali pervenute all’ente competente nel periodo di riferimento e coordinando lo schema di decreto con la disciplina sulla ricognizione annuale relativa alle società in house.

Infine, la possibilità di semplificare il meccanismo di funzionamento della banca dati sulla trasparenza dei servizi pubblici locali, individuando direttamente l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) come destinatario dei dati e degli atti da parte dell’ente locale. (Public Policy)

@_ValPigliautile