ILVA, MANIFESTAZIONE DI FRONTE A MONTECITORIO CONTRO LE MANCATE BONIFICHE

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“CHIEDIAMO LA CHIUSURA DELL’AREA A CALDO COME A GENOVA”

(Public Policy) – Roma, 9 apr – “Siamo qui per protestare
contro la legge Salva Ilva, la 31 del 2012, che ha bloccato
l’azione della magistratura.
Ciò è avvenuto in seguito all’incidente probatorio che
dimostrava che a Taranto c’era un eccesso di mortalità
rispetto alla media regionale dell’11%”. Fulvia Gravame di
Peacelink manifesta di fronte a Montecitorio. Sono una
cinquantina i cittadini tarantini e rappresentanti di
associazioni presenti, tra cui Tarantorespira, il Tribunale
degli ammalati, l’Associazione italiana leucemia e i
comitati della città.

“Riteniamo che la nostra salute debba essere maggiormente
tutelata imponendo all’Ilva misure più radicali di quelle
previste nell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale;
Ndr), rilasciata dal ministero a ottobre e che riguarda solo
le emissioni atmosferiche e non le acque e i rifiuti che
produce l’Ilva”, continua Gravame, “gli obblighi a carico
dell’azienda non sono sufficienti e comunque non sono stati
rispettati perché entro il 31 gennaio doveva per esempio
coprire i nastri trasportatori e non l’ha fatto. Poi ci sono
altre prescrizioni non rispettate”.

L’azienda ha comunicato al ministero dell’Ambiente,
riferiscono i manifestanti, di non essere in grado di
realizzare nei 90 giorni la copertura dei nastri
trasportatori e di avere bisogno di due anni. “Gli avevano
dato 90 giorni e loro chiedono 24 mesi” commenta la
rappresentante di Peacelink, “la priorità in questo momento
è far partire le bonifiche, abbiamo un inquinamento
costante, non solo a carico del quartiere Tamburi (il più
vicino allo stabilimento dell’Ilva; Ndr) ma di tutta la
città”.

“Chiediamo inoltre la chiusura dell’area a caldo, già
chiusa a Genova nel 2002. Per lo stesso motivo lo chiediamo
a Taranto: è costruita vicino a un quartiere popoloso, che è
difficile proteggere” continua Gravame.

Alla domanda se la chiusura dell’area a caldo
comprometterebbe la produzione industriale, Gravame
risponde: “Ridurrebbe i profitti della famiglia Riva,
tecnicamente l’area a caldo si può separare dall’area a
freddo, ci sono acciaierie nel mondo che lo fanno. È un
problema di tecnologie”. (Public Policy)

LAP