(Public Policy) – Roma, 26 ott – Un intervento duro, quasi
di aperta protesta, contro una pressione fiscale definita
“confisca”, per chi paga onestamente le tasse. Non ha usato
mezzi termini il presidente dei Giovani imprenditori di
Confindustria Jacopo Morelli, intervenendo alle giornate
dell’associazione organizzate a Capri. “La pressione fiscale
– ha dichiarato – toccherà nel 2012 il 45% del Pil. Il
cuneo fiscale e contributivo è tra i più elevati dell’Ocse:
il 53% contro una media Ue del 41%, l’onere sulle imprese
italiane sarà superiore al 68%”.
TAGLIARE LE TASSE, UN DOVERE ‘MORALE’
Dal Governo, ha ricordato Morelli, è arrivato il
riconoscimento di una “grande prova di responsabilità degli
italiani” che hanno accettato “misure drastiche e
impopolari”. “Se questo è vero – ha poi affermato – c’è un
dovere morale di ridare subito fiducia al Paese, abbassando
in maniera sostanziale la pressione fiscale su chi lavora e
sulle imprese che reinvestono”.
Morelli ha evidenziato la differenza tra la condizione del
mondo produttivo e la classe politica: “Il tempo della
pazienza è finito. Non si può chiedere comprensione e chi ha
stretto i denti oltre il limite, soprattutto quando lo
stesso non è stato fatto da chi vive di politica”.
BASTA CON LE UMILIAZIONI DELLE COSCIENZE CIVILI
Morelli ha attaccato l’idea della poltica intesa come mero
sistema per ottenere introiti. “Siamo disgustati dall’idea
della carica pubblica come scorciatoia per arricchirsi – ha
proseguito – ci ribelliamo a questo degrado. Basta con
l’umiliazione delle coscienze civili”. Le parole d’ordine
di chi produce, per Morelli “sono sempre state merito,
trasparenza e legalità”. Chi lavora non è più disposto a
sostenere oltre, con le proprie tasse e la propria fatica,
larghi strati parassitari che anche adesso, mentre perdiamo
2 mila occupati al giorno, continuano ad erodere denaro
pubblico”.
La buona politica, per Morelli, può iniziare dalla
riscrittura delle regole, in primo luogo da una nuova legge
elettorale, della quale nonostante gli annunci “ancora non
c’è traccia”. La legge elettorale e le regole interne ai
partiti, ha detto Morelli, “possono fare molto per
recuperare quel deficit democratico che pesa almeno quanto
il deficit dei conti pubblici”.
SERVE PIÙ CRESCITA, CADUTI SUL CAMPO ANCHE TRA I GIOVANI
“I colpi della recessione sono arrivati nella carne viva
del tessuto produttivo: la base industriale si è contratta
del 20%”, ha detto Morelli, riferendo come “forse per la
prima volta”, anche i Giovani imprenditori contino “caduti
sul campo”.
“Se chiudono le imprese dei giovani, il Paese brucia il
futuro, le speranze ed il dinamismo”. In condizioni di forte
pressione sull’Europa, servono per Morelli “azioni su
investimenti, produttività e competitività”. La sola lotta
al deficit “porterà alla desertificazione industriale e alla
fine dell’euro”.(Public Policy)
LEP