di Sonia Ricci
ROMA (Public Policy) – L’istituzione del Nucleo di concretezza, concorsi pubblici snelli, più mobilità tra il settore privato e quello pubblico, le “black list” delle Pubbliche amministrazioni inadempienti, le nuove regole per dirigenti, prefetti e magistrati che decidono di mettersi in aspettativa, i sistemi di videosorveglianza e impronte digitali. Ma anche lo sblocco del turnover al 100%. Resta l’incognita scuola, come vedremo. È stato approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro alla Camera il ddl Concretezza, a firma Giulia Bongiorno, dopo diverse settimane di esame. Ora il testo passa al vaglio dell’aula per poi tornare al Senato per l’ultimo via libera.
Questi i contenuti del testo con delle novità rispetto al primo passaggio parlamentare a Palazzo Madama:
NUCLEO DI CONCRETEZZA
Il ddl, fin dalla sua versione originale, istituisce il il Nucleo della concretezza all’interno del Dipartimento della funzione pubblica: un organo nuovo con lo scopo di verificare – anche con sopralluoghi e in collaborazione con l’Ispettorato – l’efficienza delle Pa, inviduare le problematicità e suggerire “azioni correttive”. “Il Nucleo interviene sulle incapacità organizzativa su cui l’Ispettorato non può intervenire”, ha specificato la ministra Bongiorno i mesi scorsi, rispondendo alla critica di chi vede una sovrapposizione fra il nuovo Nucleo e l’Ispettorato per la funzione pubblica.
Il Nucleo si comporrà di 53 persone, di cui 3 dirigenti. Fra i suoi compiti: l’elaborazione di un “piano triennale delle azioni concrete per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni”; la creazione di una “black list” di amministrazioni risultate inadempienti alle indicazioni fornite dal Nucleo della Concretezza; la stesura di un rapporto annuale con gli esiti dei sopralluoghi da inviare al ministro della Pubblica amministrazione, al ministro dell’Interno e alla Corte dei conti.
IMPRONTE DIGITALI E VIDEORSORVEGLIANZA
È forse l’aspetto più discusso del ddl a firma Giulia Bongiorno. Per contrastare l’assenteismo ogni pubblica amministrazione dovrà dotarsi di sistemi di verifica biometrica (impronte digitali o riconoscimento facciale) e videosorveglianza nei punti di accesso. Il controllo – dopo una modifica in commissione – sarà esercitato non solo sui dipendenti ma anche sui dirigenti, fatta eccezione per magistrati, prefetti, avvocati, procuratori, diplomatici. Per l’installazione dei nuovi dispositivi di verifica della presenze, il ddl ha istituito un apposito fondo di 35 milioni di euro per il 2019.
INCOGNITA SCUOLA
Spunta l’ipotesi di applicare ai dirigenti scolastici un “controllo degli accessi” in servizio, da cui però rimarrebbe escluso tutto il personale docenti. È questa l’ipotesi che si sta concretizzando a Montecitorio prima del via libera finale.
Come di consueto, dopo la fine dell’esame degli emendamenti, le commissioni di merito hanno infatti espresso il loro parere sul ddl. Tra queste, la commissione Cultura ha messo a punto un documento che contiene una condizione ben precisa: escludere i docenti dai nuovi controlli biometrici previsti dalla riforma Bongiorno (videosorveglianza e impronte digitali) ma, allo stesso tempo, si chiede di attivare un meccanismo di controllo per i presidi. Una ‘terza via’ di controlli che verrà decisa da un futuro decreto del Miur, in quanto non è certo che anche per i presidi – come per il resto della Pa – vengano utilizzate le verifiche biometriche.
Al momento, come detto, il testo originario del Concretezza rimanda tutta la materia dell’accertamento delle presenze delle scuole al decreto ministeriale, senza specificare esclusioni o particolari accettamenti.
La modifica proposta dalla commissione Cultura sarà probabilmente recepita durante il passaggio in aula. Durante il voto del parere in commissione Cultura una deputata del Movimento 5 stelle ha votato contro la condizione proposta: “Trovo improprio“, un controllo sugli accessi dei dirigenti scolastici. “Ci sono altre modalità“ per effettuare controlli sui dirigenti, sostiene. Per la deputata si tratta di una categoria “con delle specificità” tutelare già a livello contrattuale.
Contrari anche i deputati di Forza italia: “E’ una vergogna – dice la deputata azzurra Valentina Aprea – avere accantonato del tutto il controllo biometrico per i docenti, che era sbagliato sin dall’inizio, ed avere invece introdotto solo per i dirigenti scolastici il controllo all’accesso, su quando arrivano a scuola. E’ una scelta punitiva nei confronti dei dirigenti scolatici che non ha motivo di esistere visto che sono gli unici. E’ un’umiliazione gratuita”.
PIANO ASSUNZIONI
Si sblocca il turnover nelle Pa al 100 per cento. Non riguarda la polizia, i vigili del fuoco, la scuola e l’università, a cui si applicano le norme di settore. Nello specifico, le amministrazioni potranno: procedere all’assunzione a tempo indeterminato di vincitori delle graduatorie vigenti, “nel limite massimo dell’80 per cento delle facoltà di assunzione maturate per ciascun anno” e avviare concorsi, sempre nel rispetto dello stesso limite dell’80%.
BUONI PASTO
Il provvedimento prevede anche, all’articolo 5, “la sostituzione dei buoni pasto erogati in base delle Convenzioni BP 7 e BPE1, stipulate da Consip”. Con una modifica alla Camera è stato deciso che le aziende che emettono buoni pasto dovranno garantire la liquidità dei ticket obbligatorialmente mediante una garanzia fideiussoria.
CONCORSI SPRINT PER STATALI
Semplificare e velocizzare i concorsi per l’accesso alla Pa. Questo uno degli obiettivi delle modifiche inserite a Montecitorio, con cui viene specificato che per l’accesso al pubblico impiego per il triennio 2019-2021, in deroga alle norme in vigore, le Pa svolgono procedure concorsuali con modalità semplificate (al momento il testo stabilisce solo una possibilità in tal senso). In particolare, la semplificazione riguarderà la nomina e la composizione della commissione d’esame, stabilendo la costituzione di sottocommissioni anche per le prove scritte e specificando che a ciascuna delle sottocommissioni non può essere assegnato un numero di candidati inferiore a 250. Tra le altre novità: la possibilità di ricorrere a prove preselettive quando si supera di due volte il numero dei posti messi in bando, test scritti anche nel format delle risposte multiple, prove pratiche per profili tecnici, un peso ai titoli che non può superare un terzo del punteggio.
ONLINE CANDIDATI CONCORSI PA
Sarà creato un portale del reutamento per gestire le domande di partecipazione ai concorsi pubblici, monitorando le varie fasi, “anche mediante la creazione di un fascicolo elettronico del candidato”. La realizzazione del nuovo sistema spetterà al Dipartimento della funzione pubblica, “anche ricorrendo al finanziamento tramite le risorse dei fondi strutturali”.
ALBO COMMISSARI, ANCHE PENSIONATI
Per accelerare i tempi dei concorsi pubblici sono state inserite durante il passaggio alla Camera delle norme per facilitare la formazione delle commissioni esaminatrici. Tra i ritocchi inseriti c’è la possibilità di pescare “tra il personale in quiescenza da non piu’ di 4 anni”. Spesso infatti una delle difficolta’ sta nel reperire i membri delle commissioni. Sempre con lo scopo di rendere le procedure piu’ rapide “è istituito presso il Dipartimento della funzione pubblica l’albo nazionale dei componenti delle commissioni”.
ASPETTATIVA DIRIGENTI E TOGHE FINO A 10 ANNI
Nel caso in cui i magistrati, i prefetti o i dirigenti pubblici chiedano l’aspettativa e vadano a lavorare in aziende private, potranno assentarsi per massimo dieci anni anziché cinque. La modifica ritocca le norme previste dal Testo unico del pubblico impiego, che ad oggi permette ai vertici della Pa di richiedere l’aspettativa – per incarichi fuori dalle amministrazioni pubbliche – per 5 anni, aggiungendo la possibilità di prorogare “per una sola volta” la sospensione dal servizio. Si arriverà così a 10 anni di aspettativa.
Allo stesso tempo, però, arriva una stretta per i magistrati, gli avvocati dello Stato, i procuratori, i diplomatici e i prefetti che ritornano a lavorare nella Pubblica amministrazione dopo l’aspettativa. A queste figure si applicherà la stessa regola già prevista per i dirigenti P.a., ossia per due anni dopo essere tornati al posto di lavoro non potranno assumere incarichi di vigilanza o controllo dei soggetti in cui ha svolto la propria attività. (Public Policy)
@ricci_sonia