PARTE UN PROGRAMMA CON IL CNR PER FAR CONOSCERE LE INVENZIONI ALLE IMPRESE
(Public Policy) – Roma, 11 giu – Esistono almeno 1.000
scoperte scientifiche e tecnologiche, frutto della ricerca
pubblica italiana, depositate all’Ufficio europeo dei
brevetti (Epo, European patent office), che potrebbero
venire sfruttate dalle imprese. Sono dati dell‘Osservatorio
Unioncamere-Dintec.
La conoscenza di quei brevetti da parte del sistema
produttivo soprattutto delle Pmi è assai limitata o, quanto
meno, è ridottissima la consapevolezza delle potenziali
applicazioni multisettoriali che ciascuna tecnologia,
tutelata attraverso brevetto, potrebbe trovare.
Perché è possibile che, per esempio, un’innovazione nel campo delle
biotecnologie torni utile alle imprese agricole o a quelle
della green economy, oppure un brevetto farmacologico venga
sfruttato per realizzare un nuovo prodotto cosmetico.
Per portare le invenzioni direttamente “a casa” delle
imprese, Unioncamere (mediante la società del sistema
camerale Dintec), Cotec (Fondazione per l’innovazione
tecnologica) e Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr)
hanno siglato una convenzione nel quadro di un più ampio
accordo volto a favorire la realizzazione di azioni comuni
per lo sviluppo scientifico e tecnologico del Paese, con
particolare riferimento al sistema delle Pmi.
I contenuti dell’iniziativa sono oggetto del convegno di
oggi a Roma “Valorizzare i brevetti della ricerca pubblica:
il modello di Unioncamere-Cotec-Cnr”.
IL PROGETTO
Il nodo critico dal quale muove l’iniziativa intrapresa dai
tre partner è il fatto che varie università e centri di
ricerca, in primo luogo Cnr e Enea, hanno realizzato propri
data base, consultabili gratuitamente sui rispettivi siti
web, delle tecnologie prodotte dai propri ricercatori e
successivamente protette da brevetto, con l’obiettivo di
promuoverne l’utilizzo da parte di imprese come base di
processi di innovazione industriale.
Il progetto perciò si
occuperà di:
– predisporre schede di facile consultazione dei singoli
brevetti; dell’esistenza o meno di accordi di licenza del
brevetto; dello stato legale e amministrativo; della
copertura territoriale del brevetto; dei possibili settori
di applicazione; dei vantaggi conseguibili con il suo
sfruttamento rispetto alle soluzioni tecnologiche esistenti;
dello stato di sviluppo e delle azioni richieste per
l‘industrializzazione;
– sviluppare il portale di Dintec affinché divenga il
sistema informativo dei brevetti prodotti dalla ricerca
pubblica;
– avviare un’ampia campagna di informazione sul territorio
attraverso le Camere di commercio che coinvolga le imprese,
le associazioni e gli intermediari tecnologici che operano
localmente, a partire dalle università;
– studiare le modalità e le formule più adeguate per
coinvolgere investitori privati e Consorzi Fidi allo scopo
di reperire le risorse necessarie alle imprese per procedere
nell’attuazione delle innovazioni.
I NUMERI
L’auspicio dei sottoscrittori della Convenzione, che per il
momento verrà attuata e sperimentata per il Consiglio
nazionale delle ricerche, partendo proprio dai 117 brevetti
europei depositati all’Epo dal Cnr, è che esso diventi uno
strumento valido per tutto il sistema della ricerca pubblica.
Tra il 2002 e il 2011 sono 1.081 le domande di brevetto
depositate dagli enti di ricerca pubblica italiana e dalle
università all’Epo.
Il 10,8% degli oltre mille brevetti
depositati si deve all’attività del Cnr (117 le domande
pubblicate), seguito dal Politecnico di Milano (86),
dall’Università di Roma La Sapienza (49), dall’Università di
Milano (47), quindi dall‘Ateneo di Bologna (37).
Biotecnologie, farmaceutica, strumenti e tecnologie di
misura sono i settori tecnologici nei quali si registrano il
maggior numero di invenzioni. (Public Policy)
SPE