ROMA (Public Policy) – Sono circa 320, secondo fonti parlamentari, gli emendamenti presentati alla legge elettorale e depositati oggi in commissione Affari costituzionali della Camera.
PD
Sono 36 in tutto gli emendamenti presentati dal Pd alla riforma della legge elettorale. Tra le proposte di modifica, pochissime sono le firme dei deputati che appoggiano Matteo Renzi. Tra queste quella del deputato Matteo Richetti sulle proposte di modifica in tema di parità di genere, sul diritto di voto per italiani all’estero e sulle primarie da istituire per legge.
A sottoscrivere alcune proposte, il franceschiniano Ettore Rosato che ha firmato gli emendamenti che alzano la soglia per ottenere il premio di maggioranza (dal 35 al 38% o dal 35 al 40%) e quelli sull’abbassamento della soglia di sbarramento per i partiti in coalizione. In ogni caso, c’è ancora tempo per la sottoscrizione delle proposte di modifica.
Al momento, però, anche la delega al Governo per la compilazione delle circoscrizioni non è firmata da tutti i deputati Pd della commissione Affari costituzionali, come annunciato un primo momento dal capogruppo Emanuele Fiano. Come anticipato da Public Policy, tra gli emendamenti ci sono le proposte per la reintroduzione delle preferenze, i collegi uninominali per la scelta dei candidati, l’abbassamento degli sbarramenti per ottenere dei seggi (dal 5 al 4% per i partiti coalizzati e dal 8 al 5% per le liste che corrono da sole).
E ancora: tre deleghe al Governo, una per la scelta dei collegi (da inserire nelle tabelle allegate all’Italicum), un’altra per regolamentare le modalità di voto degli italiani all’estero e l’ultima per il voto degli studenti fuori sede. Inoltre, altri emendamenti democratici – per lo più presentati dalla minoranza Pd – chiedono di alternare uomini e donne nelle liste, di poter indicare due nomi per la preferenza del candidato (distinguendo un uomo e una donna, previo annullamento della seconda preferenza) e introduzione degli apparentamenti per il ballottaggio.
SEL
Il gruppo Sel alla Camera presenterà alla legge elettorale circa 15 emendamenti. Le proposte di modifica – spiega a Public Policy il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore – “non sono emendamenti ostruzionistici, perché puntiamo a farli passare”. Tra le proposte, Sel punta a inserire un tetto massimo per le spese elettorali, l’innalzamento della soglia per ottenere il premio di maggioranza, incandidabilità nel caso di conflitto di interesse e più importante abbassare le sogli di sbarramento.
Quindi dal 5 al 2% quella per i partiti coalizzati e dall’8 al 4% quella per i partiti che corrono da soli. E ancora: un emendamento riguarderà la questione di genere, quindi l’alternanza di uomini e donne all’interno delle liste, e un emendamento sulla scelta delle circoscrizioni da inserire nelle tabelle allegate all’Italicum: queste dovranno essere scelte da un’apposita commissione.
NUOVO CENTRODESTRA
Sono 11 gli emendamenti presentati alla legge elettorale dal gruppo del Nuovo centrodestra. Lo riferiscono fonti di partito. Tre di questi emendamenti contengono modifiche sul fronte delle preferenze: quindi – spiega una fonte Ncd – “Il 50% degli eletti saranno scelti con collegi uninominali e un altro 50% con doppia preferenza (uomo-donna)”. E ancora: il Ncd ha presentato un emendamento per reintrodurre le pluricandidature (ora vietate dal testo base) e un altro per sopprimere le norme contenute nel testo base che riguardano il Senato.
SCELTA CIVICA
“Gli emendamenti presentati da Scelta civica confermano puntualmente quanto avevamo anticipato. Vogliamo la nuova legge elettorale e siamo favorevoli all’impianto complessivo dell’Italicum, ma chiediamo che i nostri emendamenti vengano presi in seria considerazione, così come noi abbiamo preso in seria considerazione il testo-base, e speriamo anche che nessuno voglia porre ultimatum a nessuno”.
Lo afferma in una nota Renato Balduzzi, responsabile Riforme di Scelta civica. “Sono emendamenti ragionevoli, nel senso che cercano di portare a ragionevolezza alcuni profili importanti dell’Italicum. In primo luogo – spiega Baludzzi – alzando la soglia del premio di maggioranza e conseguentemente riducendone la misura, così da rispettare l’indicazione della giurisprudenza costituzionale circa la necessità che, se premio ci dev’essere, sia ragionevole e proporzionato. In secondo luogo – prosegue – affidando al Governo, con indicazione di criteri precisi e tempi certi, il compito di determinare i collegi, evitando il più possibile la discrezionalità politica nella delimitazione dei collegi stessi”.
“In terzo luogo – continua l’ex ministro – i nostri emendamenti cercano di risolvere l’antitesi tra preferenze e liste bloccate, soluzioni che presentano entrambe profili problematici: se invece dei collegi plurinominali noi adottiamo i collegi uninominali mantenendo l’impianto proporzionale dell’Italicum, ricostruiamo le condizioni di un rinnovato rapporto tra eletti ed elettori senza le controindicazioni storicamente note del sistema delle preferenze e senza mortificare la responsabilità delle forze politiche, anche demandando ad esse le forme e le procedure delle elezioni primarie, che noi consideriamo come obbligatorie”.
“Infine, i nostri emendamenti danno effettività alle un po’ timide disposizioni dell’Italicum in tema di rappresentanza di genere. Come si vede – conclude Balduzzi – le nostre proposte hanno la funzione di mettere in sicurezza la legge rispetto a profili di incostituzionalità e di rafforzarla rispetto alle imprescindibili esigenze di funzionalità e di eticità della vita politica, evitando distorsioni e forzature e rimettendo al centro l’elettore rispetto ai vertici dei partiti”.
PER L’ITALIA
“Gli emendamenti che abbiamo presentato sono ispirati al buon senso e alla tutela della costituzionalità della legge” per “dare ai cittadini potere effettivo di scelta” oltre che “garanzia e governabilità alle istituzioni”. Lo ha detto il capogruppo di Per l’Italia alla Camera Lorenzo Dellai nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio sulla legge elettorale.
Per il capogruppo PI ci sono sei punti dell’attuale disegno di legge da cambiare e per i quali sono stati depositati emendamenti: l’innalzamento dal 35% ad almeno il 40% della soglia oltre la quale si può avere il premio di maggioranza; soglie di sbarramento dal 12% al 10% per le coalizioni, dall’8% al 5 o al 4% per liste non in coalizione, dal 5% a 3% per le liste interne a coalizioni con recupero del miglior perdente (“La legge elettorale non deve servire a istituire un meccanismo bipartitico”, ha commentato Dellai); preferenze; possibilità di apparentamenti fra liste diverse, anche tra il primo e il secondo turno; “una norma che disciplini il conflitto interessi per quanto riguarda le persone che abbiano a che vedere con concessioni pubbliche”; la delega al Governo sul disegno dei collegi elettorali. (Public Policy)
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