La battaglia per la parità di genere nell’Italicum si sposta al Senato

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ROMA(Public Policy) – Dopo la bocciatura a scrutinio segreto degli emendamenti a prima firma di Roberta Agostini (Pd) sulla parità di genere nella legge elettorale, l’Italicum, e l’approvazione del testo a Montecitorio, la partita si sposta al Senato. In una conferenza stampa alla Camera  le deputate e le senatrici si sono confrontate sulla linea da seguire, mentre oggi in Aula arriva il disegno di legge di modifica della legge elettorale per le europee di maggio, che già contiene – nella versione approvata dalla commissione Affari costituzionali – una norma sulla parità. Di seguito i lanci sulla conferenza stampa.

EUROPEE, CIRINNÀ(PD): SERVE NUOVA CAPIGRUPPO ALTRIMENTI MANCHERÀ NUMERO LEGALE

“Se non si rifà una capigruppo e non si fa una trattativa oggi il Senato andrà deserto, in particolare per la rappresentanza delle donne andremo a bagno”. Lo dice la senatrice Pd Monica Cirinnà in conferenza stampa al Senato. Lega e Ncd hanno infatti chiesto il numero legale, la discussione inizia alle 16. “Si vuole in un qualche modo accollare alla questione della rappresentanza di genere un mal di pancia molto più ampio, una situazione di maggioranza traballante, e comunque sulla questione delle donne si va saldando questa situazione tragica del Parlamento e del nostro Paese” aggiunge Cirinnà. Che conclude, riferendosi alla bocciatura degli emendamenti trasversali sulla parità nella legge elettorale: “La strumentalizzazione di giornali e tv sulla questione quote ci ha danneggiato, i sondaggi non hanno raccontato la realtà di quello che i cittadini ritengono scontato, la parità. Forse solo ieri Pagnoncelli a Ballarò ha riferito che il 50 e 50 ha il 67% del favore degli italiani”.

DI SALVO (SEL): SULLA PARITÀ DOBBIAMO CAPIRE COSA È SUCCESSO

“Cosa facciamo? bisogna accorgersi che è successo qualche cosa, l’argomento del merito è stato appoggiato da molte ragazze, dal gruppo del M5s, penso che serve una riflessione, per capire come riprendere una discussione pubblica. Questa battaglia noi la vinciamo se il legame tra donne in Parlamento e donne fuori si rinsalda, non solo su questo ma su tante altre cose”. Lo dice Titti Di salvo, deputata Sel e responsabile diritti del partito in conferenza stampa alla Camera sulla bocciatura degli emendamenti sulla parità di genere alla legge elettorale.

AGOSTINI (PD): SERVE MOBILITAZIONE FORTE PER RAGGIUNGERE PARITÀ

“Due cose sono importanti, l’opinione pubblica e cercare di allargare il fronte tra uomini e donne perché arrivi una posizione forte delle donne e uomini italiani che sono interessati alla democrazia e alla qualità della legge elettorale”. Lo dice Roberta Agostini, Pd, prima firmataria degli emendamenti trasversali sulla parità di genere nella legge elettorale bocciati dall’Aula della Camera, in conferenza stampa a Montecitorio. “Per arrivare a discutere la legge elettorale alla Camera c’è stato un patto tra forze politiche di maggioranza e non e il patto ha retto. Questo patto deve prevedere le norme che chiediamo per il Senato – aggiunge Agostini -. Dobbiamo insistere, penso che siamo capite dall’opinione pubblica e ce la possiamo fare solo se c’è una mobilitazione forte, se le donne sono in grado di fare gesti forti”. Conclude: “Siamo state rimesse a posto con il voto segreto, probabilmente senza voto segreto la legge sarebbe passata”.

GIULIANI (PD): SULLA PARITÀ C’È UNA FRATTURA GENERAZIONALE 

“Dobbiamo interrogarci su una frattura che è generazionale: se molte giovani parlamentari affermano che la democrazia paritaria va contro il merito è un problema di tutte, di cultura politica delle donne che forse non è riuscita ad aggiornarsi, che non è riuscita a mettersi in sintonia con l’opinione pubblica, prevale il giudizio sulla comprensione”. Lo dice Fabrizia Giuliani, Pd, in conferenza stampa alla Camera sugli emendamenti Agostini sulla parità di genere alla legge elettorale bocciati da Montecitorio. Giuliani è tra le parlamentari uscite dall’Aula per protesta dopo la bocciatura con voto segreto degli emendamenti. “Abbiamo dato per scontato la comprensione delle nostre ragioni. Dobbiamo lavorare di più e meglio, con forze politiche che ancora conosciamo molto poco come il M5s e che sono decisive al Senato. Conservo ancora l’sms di una collega 5 stelle: ‘Non ce la facciamo’. Bisogna che questi sforzi, le reti tra donne, si moltiplichino. Dobbiamo essere più forti delle nostre appartenenze” aggiunge Giuliani.

“O la questione della democrazia paritaria diventa anche per il Pd la vera priorità di cambiamento al Senato, sganciata da tutte le altre critiche che attraversano l’accordo che regge l’Italicum, o non ce la si può fare, è evidente”. Conclude Giuliani: “Noi siamo uscite (dall’Aula, Ndr) per due ragioni: ci dà fastidio essere sottovalutate (rispetto a chi ha chiuso l’accordo sull’Italicum non capendo che si sarebbe aperto un varco incredibile) e due, per chi ha intenzione di strumentalizzarci perché noi donne ce ne accorgiamo”.

GERMONTANI (SC): AL SENATO SU PARITÀ CORREGGEREMO 

“Mi adopererò perché quello che è avvenuto alla Camera si ripari assolutamente. Siamo assolutamente dell’idea che si debba riequilibrare il 50 e 50 e i capolista, bisogna fare un grande movimento coinvolgendo le associazioni femminili che sono state importantissime quando è stata approvata la norma sulle quote nelle società quotate”. Lo dice Maria Ida Germontari, ex senatrice Fli e oggi responsabile Pari opportunità di Scelta civica, sul cammino dell’Italicum al Senato e la questione della parità di genere. “Non sono d’accordo sull’abrogazione del Senato, credo si debba rivedere, ma molto si è riuscito a risolvere proprio a Palazzo Madama. Sulle quote nei Cda siamo riusciti ad avere la legislativa in commissione e abbiamo evitato il far west com’è avvenuto in aula qua”, aggiunge Germontani. “Mi prendo in carico questa responsabilità come Scelta civica: non si può accettare nessun accordo al ribasso dopo questa esperienza”, conclude Germontani.

SESA AMICI (PD): SU PARITÀ GENERE MANTENERE LA TRASVERSALITÀ

“Alle senatrici e ai senatori tocca un grande compito di responsabilità. Vorrei che evitassimo di fare di questa questione una questione solo qualitativa della democrazia non marcando la gravità di quello che è successo alla Camera: si è prodotta una cesura, la negazione di riconoscere alle donne italiane di essere un soggetto politico e averlo voluto ridurre a una questione di quote nelle trattative, fa fare un passo indietro drammatico”. Lo dice la sottosegretaria alle Riforme e ai Rapporti con il Parlamento, Sesa Amici, Pd, in conferenza stampa a Montecitorio sulla bocciatura degli emendamenti sulla parità di genere nell’Italicum. “Le donne sono un soggetto politico, questo dobbiamo rivendicare, perché questa legge elettorale è ancora a liste bloccate. Arrivare al 40-60 sulle capilista era un riequilibrio del potere. Questo elemento della natura politica dobbiamo averlo chiaro, non abbandonando un secondo elemento, quello della straordinaria trasversalità che si era costruita (con gli emendamenti Agostini firmati da diversi gruppi, Pd e FI in testa; Ndr). Se la facciamo diventare la battaglia di un solo gruppo neghiamo la battaglia di democrazia che stiamo facendo”, aggiunge Amici.

“Dobbiamo fare un incontro tra senatrici e parlamentari per capire come si conduce una battaglia dentro il Senato, dove non c’è il voto segreto e l’astensione si intende come voto contrario” continua Amici, “la battaglia non è completamente persa”. Conclude la sottosegretaria: “Pensando che gli accordi elettorali si fanno escludendo le donne o facendole diventare un problema di libertà di voto dei gruppi, si fanno 10mila passi indietro sulla democrazia, è impressionante il ragionamento che la parità passa dall’affermazione forte dei diritti sociali e non capire che i diritti sociali se non vanno in parallelo con i diritti politici sono deboli”.

LAP