ROMA (Public Policy) – “La difesa comune dell’Europa diventa un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza. Persino la nostra valutazione dell’investimento in Difesa, oggi basata sul calcolo delle sole spese militari, andrà modificata per includere gli investimenti su digitale, spazio e cybersicurezza che diventeranno necessari alla difesa del futuro. Per tutto ciò occorre iniziare un percorso che ci porterà a superare modelli nazionali e a pensare a livello continentale“.
Lo ha detto Mario Draghi, in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato, in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea.
“Occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti e che sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale. Dal punto di vista industriale ed organizzativo questo vuol dire favorire le sinergie industriali europee concentrando gli sviluppi su piattaforme militari comuni (aerei, navi, mezzi terresti, satelliti) che consentano l’interoperabilità e riducano la dispersione e le attuali sovrapposizioni nelle produzioni degli Stati membri”.
“Gli angusti spazi di bilancio non permetteranno ad alcuni Paesi significative espansioni del deficit, né sono pensabili contrazioni nella spesa sociale e sanitaria: sarebbe non solo un errore politico, ma soprattutto la negazione di quella solidarietà che è parte dell’identità europea, quell’identità che vogliamo proteggere difendendoci dalla minaccia dell’autocrazia. Il ricorso al debito comune è l’unica strada”.
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(foto cc Palazzo Chigi – Mario Draghi a Bruxelles, durante il mandato da presidente del Consiglio)