La questione ‘idroelettrico’ nel ddl Concorrenza: i dubbi della Cisl

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ROMA (Public Policy) – “L’effetto che deriverebbe dal voler mettere all’asta ‘a tutti i costi’ le concessioni” idroelettriche sarebbe “quello di bloccare o rallentare gli investimenti negli impianti da parte degli attuali concessionari, che non avrebbero certezze rispetto al futuro delle loro concessioni, nel medio e lungo periodo. Quello idroelettrico è un settore che concorrerà in modo determinante sulla transizione energetica per l’uscita dall’utilizzo dei combustibili fossili, anche per il possibile sviluppo degli impianti idroelettrici di pompaggio che richiedono notevoli investimenti”. Lo scrive Cisl in un documento inviato alla commissione Industria al Senato in occasione di un’audizione sul ddl Concorrenza.

Inoltre, “l’assegnazione alle Regioni della competenza sulle concessioni idroelettriche sta provocando un aumento dei costi per le imprese (le Regioni chiedono risorse aggiuntive sotto forma di canoni e puntano a raccogliere altre risorse proprio dal rinnovo delle concessioni stesse). Il timore è che si avvantaggi chi ‘offre di più’ economicamente rispetto a chi è operatore già sperimentato (Enel o multiutility). Sarebbe importante – aggiunge la Cisl – riportare la competenza delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche in capo allo Stato, almeno per governare in modo omogeneo e nell’interesse della nazione i rinnovi delle concessioni”.

Quindi, “la decisione del Governo di inserire nelle bozze di decreto una norma acceleratoria sulle gare dell’idroelettrico apre di fatto il settore agli altri Stati membri: questo in un settore strategico – anche sotto il profilo della sicurezza e della qualificazione del personale – trattandosi di infrastrutture vitali per l’Italia, in condizioni di totale mancanza di reciprocità”, conclude il sindacato. (Public Policy) FRA