La regolarizzazione di braccianti e colf nel dl Rilancio: come funzionerà

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ROMA (Public Policy) – I datori di lavoro italiani o cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea, ovvero i datori di lavoro stranieri in possesso del permesso di soggiorno possono assumere con contratto subordinato lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno, presenti sul territorio nazionale, o regolarizzare rapporti di lavoro irregolare, tuttora in corso, “con cittadini italiani o cittadini stranieri”. Lo prevede la bozza aggiornata di decreto Rilancio (ex dl Maggio) licenziato mercoledì dal Consiglio dei ministri, e di cui Public Policy ha preso visione.

Le regolarizzazioni – si legge – riguardano agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse; assistenza alla persona per se stessi o per componenti della propria famiglia, ancorchè non conviventi, affetti da patologie o handicap che ne limitino l’autosufficienza; lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare.

“A tal fine – si legge nella bozza – i cittadini stranieri devono essere stati sottoposti a rilievi fotodattiloscopici prima dell’8 marzo 2020 ovvero devono aver soggiornato in Italia precedentemente alla suddetta data. In entrambi i casi, i cittadini stranieri non devono aver lasciato il territorio nazionale dall’8 marzo 2020“.

La norma a lungo dibattuta nella maggioranza prevede che l’istanza del datore di lavoro per la regolarizzazione dovrà essere presentata dal 1° giugno al 15 luglio 2020, presso l’Inps per i lavoratori italiani o comunitari o lo sportello unico per l’immigrazione per gli extracomunitari.

Nell’istanza, si legge, dovrà essere indicata la durata del contratto di lavoro e la retribuzione convenuta, non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di lavoro di riferimento stipulato dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

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VIC