ROMA (Public Policy) – Sulle “attività in permessi di ricerca” di idrocarburi “che potrebbero riprendere e i pozzi esplorativi che potrebbero essere perforati una volta scaduto il termine del 30 settembre 2021”, ovvero il termine per l’adozione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee-Pitesai, “si rileva che per ciascuno dei permessi in essere, di competenza statale, non ci sarebbe comunque alcuna ripresa diretta e immediata delle attività in quanto non sono stati autorizzati dalle Sezioni Unmig competenti della Dgisseg né nuovi pozzi né nuove indagini geofisiche in situ precedentemente al 13 febbraio 2021”.
È quanto si legge nel Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee trasmesso alla Conferenza unificata per l’intesa. Il 18 ottobre – apprende Public Policy – è fissata una riunione tecnica di preparazione alla Conferenza unificata stessa.
“In ogni caso – si legge ancora – si specifica che il decorso temporale di gran parte dei permessi di ricerca in essere era già stato sospeso su richiesta delle stesse società, prima dell’entrata in vigore della norma sul Pitesai (prima del 13 febbraio 2019). Pertanto, al 30 settembre, con la ripresa di efficacia dei permessi di prospezione e ricerca, potranno infatti ripartire soltanto le attività amministrative, ma non è evidentemente possibile che venga avviata nei mesi successivi alcuna nuova attività operativa di ricerca sul territorio, dato che per effettuare una nuova perforazione di ricerca sarà comunque necessaria secondo le norme vigenti l’effettuazione di una Via, la cui emanazione dovrà comunque tenere conto delle previsioni del Piano”.
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FRA