TRA IL 2010 E IL 2013, I GIOVANI ADULTI SONO SCESI DA 6,3 A 5,3 MILIONI
(Public Policy) – Roma, 16 set – Tra il 2010 e il 2013 è
crollato il numero degli under 35 al lavoro, passati da 6,3
a 5,3 milioni. Confesercenti, analizzando i dati Istat
relativi al secondo trimestre, registra che nella fascia di
età, in cui in passato chi aveva seguito un corso
universitario si laureava, cominciava a lavorare ed
eventualmente metteva su famiglia, lavoravano appena 4,329
milioni di persone contro i 5,089 milioni di tre anni prima.
Il tasso di occupazione ha subito, pertanto, un crollo dal
65,9 al 60,2 (era al 70,1% nella media 2007), con quindi
appena sei persone su dieci al lavoro nell’età attiva per
eccellenza. E se per i maschi del Nord la situazione è
ancora accettabile con l’81,4% al lavoro (dall’86,6% del
secondo trimestre 2010) al Sud la situazione è drammatica
con appena il 51% degli uomini della fascia 25-34 anni che
lavora (e solo il 33,3% delle donne).
L’imbuto davanti al quale si è trovata la generazione dei
“giovani adulti” è dovuto in parte alla stretta sull’accesso
alla pensione che ha tenuto al lavoro i più anziani (il
tasso di occupazione nella fascia tra i 55 e i 64 anni è
passato nel triennio considerato dal 36,6% al 42,1%), in
parte alla crisi economica e al generale calo
dell’occupazione nelle imprese private insieme al blocco del
turn over nella Pubblica amministrazione che di fatto ha
ridotto al lumicino le assunzioni nel settore pubblico.
Il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 25 e i 34
anni è cresciuto dall’11,7% del secondo trimestre 2010 al
17,8% dello stesso periodo del 2013. I disoccupati tra i
“giovani adulti” sono passati da 670 mila a 935 mila.
(Public Policy)
SPE