(Public Policy) – Roma, 23 ott – Uno stato sociale di stampo
europeo. È questo l’obiettivo che si propongono Cesare
Damiano e Pier Paolo Baretta, esponenti del Pd in un
documento dal titolo “Con Bersani, per il lavoro e lo
sviluppo”. I temi affrontati sono quelli del lavoro e la
previdenza su cui si delineano alcune linee di intervento.
Damiano è capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera
mentre Baretta, ex segretario Fim-Cisl, lo è in commissione
Bilancio ed è relatore della legge di Stabilità. “Pensiamo –
si legge nel documento – che sul piano sociale sia
indispensabile costruire una proposta che, mentre prosegue
nell’impegno assunto da questo Governo in Europa e sul piano
internazionale per la difesa dell’Italia dall’aggressione
dei mercati, dia un chiaro segno di cambiamento sul terreno
dello sviluppo e del welfare. Proponiamo di assumere come
obiettivo la costruzione di uno stato sociale di profilo
europeo”.
SULLO SVILUPPO
In materia di sviluppo le proposte vanno nella direzione di
“una politica di incentivi che batta la logica del puro
rigore e le politiche restrittive di stampo liberista, così
come occorre una iniziativa sui temi della politica
industriale che superi la logica dell’emergenza e si
proponga di censire un catalogo di settori strategici della
nostra economia, considerando che siamo il secondo paese
manifatturiero d’Europa dopo la Germania”.
RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE
Sui redditi da lavoro Baretta e Damiano propongono una
riduzione del cuneo fiscale, “che grava sul costo del lavoro
a tempo indeterminato”. Una tale iniziativa “può dare più
competitività alle imprese e maggiore potere d’acquisto ai
lavoratori”. Inoltre, bisogna introdurre una “tassazione di
favore per i redditi più bassi da lavoro dipendente,
autonomo e da pensione”.
PIANO STRAORDINARIO OCCUPAZIONE GIOVANILE E FEMMINILE
“Considerata la particolare e drammatica situazione del
mercato del lavoro occorre definire un piano straordinario
per l’occupazione giovanile e femminile” continua il
documento, che parla anche di relazioni sindacali: “Noi
proponiamo la ripresa della concertazione come metodo di
governo e di prevenzione del conflitto, l’introduzione di
regole di democrazia economica nelle grandi imprese ed
una nuova regolazione dei temi della rappresentanza nei
luoghi di lavoro, a partire dalla modifica dell’articolo 19
dello Statuto dei lavoratori”.
LE RIFORME MONTI SU PENSIONI E LAVORO
“Infine, le riforme del Governo Monti non vanno
cancellate – si legge ancora -, ma corrette e migliorate, a
partire da quella del sistema previdenziale per risolvere
definitivamente il problema dei lavoratori rimasti senza
stipendio e senza pensione e va introdotto il principio
della flessibilità, assolutamente coerente con il sistema
contributivo per consentire ai lavoratori, superata una
certa soglia di età e di contributi versati, di scegliere il
momento più opportuno per andare in pensione”.
Anche sulla riforma del mercato del lavoro, per gli
esponenti del Pd, “sono necessarie correzioni: dobbiamo
attendere l’esito del monitoraggio previsto dalla riforma
stessa, al fine di verificarne l’impatto sulla realtà del
sistema produttivo. Fin d’ora si può però immaginare che si
renderà necessario correggere gli ammortizzatori sociali di
fronte al prolungarsi della crisi economica e garantirne la
universalizzazione a vantaggio dei più giovani”.(Public
Policy)
LAP