LAVORO, L’EX CONFINDUSTRIA GALLI (PD): CGIL NON CONTRARIA ALLA MODERNIZZAZIONE

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(Public Policy) – Roma, 18 feb – “Non credo che la Cgil sia
contraria a una modernizzazione del sistema. Ci sono
sindacati di categoria che resistono ai tagli ed è legittimo
dalla loro posizione, difendono i loro iscritti. Ma è una
roba del tutto indipendente sia dalle posizioni della Cgil
nazionale che da presunte posizioni ideologiche.

Anche in Germania non ci sono organizzazioni che difendono i diritti
dei dipendenti pubblici, e non è detto che abbiano solo una
funzione di resistenza al cambiamento, molte volte lo
aiutano perchè si rendono conto che questa Pa non solo
costa, ma non aiuta le imprese e i cittadini e spesso è di
peso”. Lo dice durante un’intervista a Radio Radicale
Giampaolo Galli, candidato Pd in Lombardia ed ex dg di
Confindustria.

Che non risparmia frecciate a Mario Monti: “Il suo discorso
sulla ‘fine della concertazione’ l’ho trovato un po’
strumentale, solo per far arrabbiare i sindacati: per me va
fatta soprattutto quando ci sono interventi pesanti per i
sindacati e i loro iscritti, concertare non vuol dire
mettersi d’accordo ma consultarsi e sentire le opinioni
diverse, per evitare errori, perchè i sindacati hanno un
ruolo importante nella nostra società come in tutte le
società europee”.

“Tra le proposte di Confindustria ma anche di Confcommercio
e Confartigianato – aggiunge Galli – ci sono tanti punti in
comune, la cosa principale che le imprese chiedono è di
alleggerire gli oneri burocratici, che è un tema che
riguarda sia la burocrazia che la sovrapposizione di leggi
che rendono incomprensibili le regole del gioco. Dobbiamo
dare più certezze alle imprese e rapidità nei tempi. È anche
per questo che bisogna industrializzare la Pa. Poi le
imprese lamentano i tempi della giustizia: lì bisogna andare
avanti sul lavoro iniziato dal ministro Severino. Un’altra
leva fondamentale è la digitalizzazione, fare davvero
l’agenda digitale così come ci chiede l’Europa”.

Per quanto riguarda gli interventi pubblici nell’economia,
Galli dice: “La grande crisi ha messo in difficoltà alcune
posizioni tradizionali, ma credo che non sia utile avere la
politica che decide dei destini delle imprese. Possono
esserci delle eccezioni, ad esempio per salvare l’Ilva,
intervento necessario e opportuno.

Detto questo, però, ci
sono delle linee di politica industriale che non riguardano
le singole imprese, ma la ricerca e l’innovazione, come il
piano ‘Industria 2015’ fatto da Bersani nell’ultimo Governo
Prodi che rilanciamo oggi con ‘Industria 2020’: Ict,
mobilità sostenbile, green economy ed efficienza energetica.
Su questi temi bisogna fare progetti di ricerca che mettano
insieme diversi consorzi di ricerca”. (Public Policy)

GAV