di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – Il duello italo-francese prosegue (e alla fine è dovuto intervenire il Quirinale). L’oggetto del contendere è sempre il destino dei migranti che sbarcano sulle nostre coste. Il Governo Meloni sta cercando di mandare un segnale all’Europa, e cioè che “l’aria è cambiata”, ma in realtà non si capisce per chi. La cosa più chiara al momento sono le tensioni fra Italia e Francia, che vanno avanti dopo una settimana intensa. Il Governo francese ha creato non pochi malumori con la decisione di sospendere l’accoglienza di 3.500 migranti, dopo il caos diplomatico attorno allo sbarco della nave Ocean Viking, della ong SOS Mediterranée, con 234 persone a bordo che l’esecutivo italiano minacciava di non far attraccare. Le polemiche non sono finite, c’è chi giudica “eccessiva” la reazione di Parigi. “Non dobbiamo dimenticare che in Francia c’è un Governo di minoranza che non ha la fiducia dell’assemblea nazionale. L’aggressività esterna è riflesso di una debolezza interna”, osserva Lorenzo Castellani, professore alla Luiss.
“Non abbiamo nulla contro la Francia e non c’è alcun interesse ad alimentare tensioni con Parigi. Ci sono dossier che possiamo portare avanti insieme, dal tetto al prezzo del gas al patto di stabilità. Ma questa vicenda può essere l’occasione perché l’Europa si occupi finalmente del tema migranti”, ha detto a Repubblica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari (FdI). L’Italia ha dunque stretto un’alleanza con Grecia, Cipro, Malta, non esattamente i Paesi con l’importanza politica più strategica dell’Unione. Forse i duelli pirotecnici con gli altri Paesi – con la Francia, per esempio – fanno il paio con la norma anti-invasione con l’obiettivo di bloccare i rave party. Servono a dare visibilità al nuovo Esecutivo, che deve accontentare l’elettorato che l’ha votato su questioni più identitarie. Difficile pensare però che sul lungo periodo possano giovare all’Italia, che non può fare a meno di intrattenere rapporti pacifici con Francia e Germania.
Sul tema, l’opposizione fatica a essere incisiva. Prendiamo il Pd, per esempio, in stato confusionale sulle date del congresso e sulla collocazione politica. È evidente che oggi gli manca un Matteo Renzi di sinistra. Al Pd manca insomma una leadership, come quella che da Firenze partì nel 2009, dopo le elezioni a sindaco che dettero il via all’assalto alla diligenza, ma anche alla dirigenza, del Pd. Il primo a saperlo è proprio l’ex segretario ed ex presidente del Consiglio, che sta cercando di scippare dirigenti e voti al suo vecchio partito. Percentualmente, intendiamoci, le cose non vanno bene per i renziani. Ma il leader di Iv fin dai tempi del Ppi e della Margherita è sempre stato abile nell’usare posizioni minoritarie come grimaldello contro gli avversari-alleati di governo in Provincia e in Comune (un tempo i Ds, oggi il Pd).
Resta tuttavia da capire, come abbiamo già osservato qui su Public Policy, quanto sia resistente il Terzo polo, l’alleanza elettorale composta da Renzi e Carlo Calenda. L’ex segretario del Pd comunque sembra sapere che il rischio maggiore del Pd si chiama Giuseppe Conte. Il leader del M5s è perfettamente a suo agio nel ruolo di capo-populista, ben consigliato dai Goffredo Bettini – di cui ha presentato il libro a Roma venerdì scorso – e dai Massimo D’Alema. “Io e il M5s siamo continuamente bullizzati per l’attenzione verso i precari e gli ultimi, meritiamo rispetto anche da chi non la pensa così”, ha detto Conte presentando il libro di Bettini, “A sinistra, da capo” (PaperFirst). Un atteggiamento, improntato al vittimismo, che fin qui ha portato bene a Conte e al M5s, che dopo le elezioni politiche del 25 settembre continua a crescere nei sondaggi. Conte, ormai è chiaro, punta ad annettere il Pd con un’operazione politica speciale. A seconda di chi sarà il nuovo segretario, cambierà il destino del rapporto con il M5s. Per il momento però l’interrogativo per il Pd è sempre lo stesso: massimalismo o riformismo? Alle primarie (forse prima di marzo) l’ardua sentenza. (Public Policy)
@davidallegranti