Roma (Public Policy) – di Sonia Ricci e Francesco Ciaraffo – È un testo profondamente cambiato quello che esce in via definitiva dalla Camera, tanto da guadagnarsi il nome di Italicum 2.0. L’assemblea di Montecitorio ha dato il via libera alla riforma della legge elettorale, con tanto di voto di fiducia su tre dei quattro articoli del ddl.
Rispetto al testo iniziale, durante il secondo passaggio (quello al Senato), è stata abbassata la soglia di ingresso alla Camera (al 3% per tutti) mentre è stata alzata quella per ottenere il premio di maggioranza (dal 37% al 40%); entra nel testo anche la cosiddetta clausola di salvaguardia, cioè l’entrata in vigore della nuova legge elettorale dal 1° luglio 2016.
SBARRAMENTO UNICO
Scende dall’8% al 3% la soglia di sbarramento (che diventa unica, senza distinzione tra partiti che si presentano soli o in coalizione) per entrare nella nuova Camera dei deputati.
SOGLIA AL 40% PER PREMIO E BALLOTTAGGIO
Viene alzata (dal 37% al 40%) l’asticella per ottenere il premio di maggioranza, con cui si raggiungeranno in tutto 340 seggi, cioè il 55% del totale. Il premio non sarà più assegnato alla coalizione che avrà raccolto il maggior consenso, ma alla singola lista, come voluto maggiormente dal Pd e non da Forza Italia, prima della rottura del Patto del Nazareno. Qualora nessuna delle forze in campo raggiungesse il 40% è previsto un ballottaggio senza la possibilità di apparentamenti: competono dunque le liste così come sono state presentate all’inizio.
CAPILISTA E PREFERENZA
Uno dei punti più dibattuti della riforma è stato quello riguardante i capilista bloccati, quindi di fatto nominati dalle segreterie di partito. La nuova legge elettorale introduce un sistema misto tra preferenze e nominati: sono bloccati i capilista (100 in totale), mentre gli altri candidati saranno eletti con le preferenze (possibili fino a due e divise per genere). Contro questa definizione si è schierata la minoranza del Pd, che aveva presentato degli emendamenti per fare in modo che la composizione della Camera fosse attribuita per il 70% con le preferenze e per il 30% con listini bloccati . Possibile, per i capilista, la multicandidatura, ma solo per un massimo di 10 collegi. I 100
I CENTO COLLEGI
Il nuovo meccanismo elettorale si basa su 100 collegi plurinominali (non più 120 come previsto dal testo originario): comprenderanno fino a 600mila persone. Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige saranno escluse dal sistema proporzionale. Lì si voterà in nove collegi uninominali come già previsto dal precedente sistema elettorale. Il provvedimento contiene una delega al governo per la loro definizione.
LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA
L’Italicum non entrerà in vigore subito, ma dal 1° luglio 2016. È l’effetto della cosiddetta clausola di salvaguardia, anch’essa frutto dell’accordo di maggioranza.
NORMA ANTI-FLIPPER
Tra le altre novità introdotte in Senato, la cosiddetta norma anti-flipper. Con la norma si cerca di evitare il rischio di sfavorire le liste più piccole, che potrebbero non ottenere seggi attraverso i quozienti interi né con i resti più alti. Il testo prevede un meccanismo di ripartizione dei seggi in base al quale la lista eccedentaria (quindi quella che ha raccolto più voti) cede il seggio a quella deficitaria (quindi quella più piccola) non dove ha raccolto più voti ma dove la lista minore ha raccolto più consensi (la cosiddetta norma anti-flipper).
ERASMUS E MILITARI AL VOTO NELLA CIRCOSCRIZIONE ESTERO
Sarà possibile l’esercizio di voto per gli studenti fuori dall’Italia per il programma Erasmus. “Possono votare per corrispondenza nella circoscrizione estero, previa opzione valida per un’unica consultazione elettorale, i cittadini italiani che, per motivi di lavoro, studio o cure mediche, si trovano, per un periodo di almeno tre mesi nel quale ricade la data di svolgimento della medesima consultazione elettorale, in un Paese estero in cui non sono anagraficamente residenti”, prevede la modifica introdotta al Senato.
Rispetto a una versione originale della proposta di modifica, che prevedeva che i voti degli studenti erasmus fossero conteggiati nella lista elettorale in cui sono iscritti, la riformulazione approvata prevede che i voti verranno calcolati nella circoscrizione estero. L’opzione, “redatta su carta libera, sottoscritta dall’elettore e corredata di copia di valido documento di identità, deve pervenire al Comune di iscrizione elettorale entro i dieci giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di convocazione dei comizi elettorali.
La richiesta è revocabile entro il medesimo termine ed è valida per un’unica consultazione. Essa deve contenere l’indirizzo postale al quale inviare il plico elettorale e una dichiarazione attestante il possesso dei requisiti”, si legge nel testo. La stessa modifica prevede poi che possano votare, sempre per la circoscrizione Estero, i militari in missione all’estero anche se impegnati in operazioni in Paesi con cui l’Italia non intrattiene rapporti diplomatici. (Public Policy)
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