ROMA (Public Policy) – È possibile ridurre i requisiti minimi per il diritto alla pensione per i lavoratori a tempo determinato dello spettacolo. Le entrate del Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo, infatti, “superano sistematicamente” le uscite. L’avanzo patrimoniale al 31 dicembre del 2017 ammonta a 4,8 miliardi, cioè 4 volte le entrate contributive dello scorso anno.
Lo ha sottolineato Ferdinando Montaldi, direttore direzione centrale entrate e recupero crediti dell’Inps, in audizione alle commissioni Lavoro e Cultura alla Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva in materia di lavoro e previdenza nel settore dello spettacolo.
I lavoratori dello spettacolo in senso stretto (produzione cinematografica, orchestrali e concertisti, truccatori e parrucchieri, etc) sono circa 247mila, con un numero medio di giornate retribuite pari a 83 l’anno. Una media, quest’ultima, che sarebbe ancora più alta solo se si prendessero in considerazione gli impiegati in altre attività che rientrano nella categoria (dipendenti imprese noleggio film, di agenzie scommesse e circoli sportivi). Tenendo sempre in considerazione i lavoratori dello spettacolo in senso stretto la retribuzione media annua e di 10mila euro.
Tornando agli interventi ritenuti “possibili” per l’Inps, c’è anche la riduzione del requisito minimo per l’accesso alle prestazioni in casi malattia. Ad oggi, infatti, il diritto è riconosciuto dopo la maturazione di almeno 100 giornate assicurative a partire dal 1° gennaio dell’anno civile precedente all’evento morboso. Un requisito, come detto, che secondo l’Istituto potrebbe essere rivisto, al ribasso. Allo stesso tempo può essere innalzato il limite giornaliero di retribuzione in caso di malattia e maternità (ora stabilito a circa 67 euro).
E ancora, è possibile estendere l’assicurazione obbligatoria alle nuove figure professionali (come autori e adattatori di testi, programmi e format teatrali, cinematografici e televisivi, direttori artistici, documentaristi, assistenti ai programmi). Questo intervento, ha sottolineato l’Inps, genererebbe un aumento delle entrate contributive.