ROMA (Public Policy) – Dopo l’uccisione di un capo ultras dell’Inter all’esterno del Meazza di Milano, “quali iniziative intende intraprendere il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per garantire che frange violente di tifoseria cessino di esercitare il controllo sugli stadi e sulle aree limitrofe e per assicurare lo svolgimento delle partite in condizioni di sicurezza?”. Lo chiedono i senatori del Pd Carlo Cottarelli e Simona Malpezzi, presidente dei senatori dem, con un’interrogazione urgente rivolta al titolare del Viminale.
“Il 29 ottobre – ricostruiscono i senatori nell’interrogazione – ultras della curva Nord dello stadio Meazza di Milano, al termine del primo tempo della partita Inter-Sampdoria, hanno obbligato il pubblico ad abbandonare la curva a seguito dell’uccisione del noto pregiudicato Vittorio Boiocchi, avvenuta al di fuori dello stadio. Nel pubblico c’erano anche famiglie con bambini. Le autorità stanno indagando sull’omicidio, ma la dinamica dell’evento conferma come il tifo organizzato includa frange violente, che, all’occasione, fuori e dentro gli stadi, svolge attività spesso colluse con i mondi della criminalità organizzata. La stampa ha infatti riportato come lo stesso Boiocchi si vantasse di guadagnare fino a 80mila euro al mese grazie alla gestione dei parcheggi di San Siro e dei biglietti della Curva Nord”.
“L’attività di queste frange violente viola il legittimo diritto dei cittadini di assistere alle partite di calcio, getta discredito sulla parte sana del tifo organizzato e costituirebbe ormai, da anni e sull’intero territorio nazionale, un sistematico controllo fuori e dentro agli stadi di attività varie, come la gestione dei parcheggi, la vendita di alimentari e di biglietti, oltre a diverse attività criminali, che di volta in volta si manifestano con episodi violenti. Su questa materia si ravviserebbero dunque i requisiti di necessità e di urgenza indispensabili per intervenire per decreto, mentre il governo ha ritenuto di intervenire sui rave, con un provvedimento abnorme dal punto di vista dell’entità delle pene, nonché suscettibile di una valutazione arbitraria di pericolosità sociale svolta ex ante da parte delle pubbliche autorità, come già ampiamente denunciato dal Partito semocratico”, concludono Cottarelli e Malpezzi.