Lobby, audizioni al via. Cosa prevedono le proposte 5s-Pd-Iv

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ROMA (Public Policy) – Sono iniziate ieri, in commissione Affari costituzionali alla Camera, le audizioni sulle proposte di legge che puntano a regolamentare l’attività di lobbying, intesa come l’attività di relazione per la rappresentanza di interessi particolari.

Sono tre i testi all’esame della commissione su cui lavorerà la relatrice Roberta Alaimo (M5s): una 5 stelle a firma Francesco Silvestri, una del Pd a firma Marianna Madia e una a firma Silvia Fregolent, oggi in Italia viva, ma nel gruppo Pd ai tempi della presentazione della proposta. Solo la pdl Madia esplicita tra gli obiettivi della proposta di legge la prevenzione della corruzione. Tutte menzionano la trasparenza dei processi decisionali e il valore dell’attività di lobbying nel far acquisire ai decisori pubblici una più ampia base formativa capace di migliorare la qualità delle decisioni.

Vediamo punti di contatto e differenze tra le tre proposte:

AMBITO DI APPLICAZIONE

Molto capillare è la copertura della proposta M5s che definisce come decisori pubblici interessati dalla regolamentazione un’ampia platea di soggetti: i membri del Parlamento e del Governo, i presidenti, gli assessori e i consiglieri regionali, i presidenti e i consiglieri delle Province e delle Città metropolitane, i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali dei Comuni con popolazione pari o superiore a 100mila abitanti, i presidenti e gli assessori dei municipi o delle circoscrizioni dei Comuni con popolazione pari o superiore a 100mila abitanti; i presidenti e i componenti delle Autorità indipendenti; gli organi di vertice, i componenti e i consulenti degli uffici di diretta collaborazione dei membri del Governo, dei presidenti delle Regioni e delle Province e dei sindaci delle Città metropolitane e dei Comuni con popolazione pari o superiore a 100mila abitanti nonché dei membri delle rispettive giunte; gli organi di vertice degli enti pubblici statali; i titolari di incarichi di funzione dirigenziale generale e i titolari degli incarichi dirigenziali conferiti ai sensi della normativa vigente.

Intermedia è la platea individuata da Italia viva, composta da parlamentari, consiglieri regionali, membri del Governo, compresi i vice ministri e i sottosegretari di Stato, i soggetti impiegati negli uffici di diretta collaborazione dei ministri, compresi i consulenti, i membri delle Autorità indipendenti, compresa la Banca d’Italia, i titolari degli incarichi di vertice degli enti territoriali e degli enti pubblici e i titolari di incarichi di funzione dirigenziale delle amministrazioni pubbliche. La proposta fa però anche generico riferimento a “coloro che, in ragione del proprio ufficio pubblico, concorrono alle decisioni pubbliche”.

La proposta Pd invece individua come attori istituzionali interessati alla regolamentazione il presidente del Consiglio dei ministri, i ministri, i viceministri, i sottosegretari di Stato e i dirigenti delle amministrazioni statali.

REGISTRO

Comune alle tre pdl è l’istituzione di un registro pubblico per la trasparenza dell’attività di lobbying, obbligatorio.

La proposta M5s lo istituisce presso l’Antitrust, la proposta Iv presso l’Anac e la proposta Pd presso la presidenza del Consiglio. Chi si iscriverà nel registro godrà secondo la proposta Iv di particolari diritti, come l’accesso alle sedi istituzionali e la possibilità di presentare richieste di incontro e contribuire alle attività di analisi e verifica d’impatto della regolamentazione (Air e Vir). Per M5s e renziani non potranno iscriversi al registro i decisori pubblici anche negli anni successivi alla fine del mandato (1 per Fregolent, 2 per Silvestri) e i condannati in via definitiva per reati contro la Pa.

CONTENUTI DEL REGISTRO

Tutte le proposte prevedono un registro articolato in sezioni distinte per categorie omogenee di interessi particolari e per categorie di decisori pubblici, con diversi livelli di pubblicità. Quanto alle informazioni contenute nel registro, un tratto comune alle tre pdl è rappresentato dai dati anagrafici e dal domicilio professionale dell’organizzazione, ente o società che svolge l’attività di lobbying, dai dati identificativi della realtà per la quale è svolta l’attività di lobbying e dalle risorse economiche e umane disponibili per lo svolgimento dell’attività di lobbying.

Più informazioni vengono richieste dalla pdl Fregolent che include anche la composizione del capitale sociale nel caso di società di capitali, l’interesse particolare che si intende rappresentare, l’elenco dei decisori pubblici presso i quali si intende svolgere l’attività di lobbying, la tipologia di rapporto contrattuale con il soggetto per il quale è svolta l’attività di lobbying ed eventuali rapporti di natura familiare, di affari o altro, esistenti con decisori pubblici all’atto dell’iscrizione nel registro. La pdl Madia invece chiede che nel registro vengano pubblicate anche informazioni sintetiche sugli argomenti trattati nel corso degli incontri con membri di Governo e i dirigenti delle amministrazioni statali.

CODICE DEONTOLOGICO

Sia per Iv che per M5s, l’iscrizione nel registro è subordinata all’impegno scritto di rispettare un codice deontologico, contenente le modalità di comportamento. Per Iv, il codice è adottato dall’Anac, per il Movimento dal comitato di sorveglianza istituito presso l’Antitrust. Entrambe le pdl prevedono di sentire i rappresentanti e i portatori di interessi particolari che ne hanno fatto richiesta prima dell’adozione del codice.

AGENDA INCONTRI

Altro strumento di trasparenza individuato dalle pdl Pd e M5s è l’agenda degli incontri. Secondo il testo Madia l’agenda viene istituita presso ciascun ministero, entro tre mesi dall’istituzione del registro, e contiene dati sintetici su lobbisti e membri di Governo e sui contenuti delle richieste relative ai loro incontri. L’agenda è aggiornata con cadenza almeno mensile.

Per il M5s, invece, l’agenda viene aggiornata quotidianamente all’interno del registro da ciascun rappresentante di interessi, indicando il decisore pubblico incontrato, il luogo dell’incontro e l’argomento trattato. La sintesi degli argomenti trattati e del contenuto dell’incontro viene pubblicata entro 45 giorni dalla data dell’incontro. Per ciascun evento sono comunque indicati luogo, data, ora e durata dell’incontro, modalità di richiesta dell’incontro e soggetto che ha formulato la richiesta, oggetto e partecipanti all’incontro.

PROCEDURA DI CONSULTAZIONE

Soltanto la pdl M5s prevede la possibilità per ciascun decisore pubblico di indire una procedura di consultazione pubblicandone notizia nella parte del registro aperta alla pubblica consultazione e inserendo lo schema dell’atto oggetto di consultazione nella parte ad accesso riservato del registro. I rappresentanti di interessi possono partecipare alla consultazione esclusivamente tramite accesso alla parte riservata del registro. La consultazione rimane aperta per 20 giorni. In caso di motivata urgenza, il termine può essere più breve, ma non inferiore a 5 giorni. Il decisore pubblico dà conto dei risultati della consultazione, mediante la pubblicazione, nella parte del registro aperta alla pubblica consultazione, di un avviso indicante le modalità seguite per il suo svolgimento, i soggetti partecipanti e la sintesi degli esiti.

AUTORITA’ COINVOLTE

Significativo è il ruolo conferito all’Antitrust dalla pdl Silvestri che istituisce presso l’Autorità un apposito comitato di sorveglianza con compiti specifica e specifica composizione (un magistrato della Corte dei conti, un magistrato della Corte dei conti, un professore ordinario in materie giuridiche nominato con dpr dal presidente del Consiglio dei ministri). La pdl Fregolent invece, affida ad Anac l’attività di controllo e l’irrogazione delle sanzioni. La pdl Madia coinvolge l’Anac solo nella definizione di linee guida tecniche per rendere omogenee l’istituzione e le modalità di pubblicazione di registro e agenda.

RELAZIONE ANNUALE

Sia M5s che Iv prevedono la trasmissione di una relazione annuale entro il 31 gennaio di ogni anno da parte del rappresentante di interessi particolari (all’Anac per Iv, al comitato presso l’Antitrust per M5s). La relazione contiene l’elenco delle attività di rappresentanza di interessi particolari svolte e l’elenco dei decisori pubblici nei confronti dei quali sono state svolte tali attività. Nella relazione vengono indicate anche le risorse economiche e umane effettivamente impiegate per lo svolgimento delle attività di lobbying ed eventuali segnalazioni di criticità.

SANZIONI

Molto essenziale il sistema architettato dalla pdl Madia: multa da 10mila a 100mila euro per chi svolge attività di lobbying con membri di Governo senza essere iscritto al registro e sospensione o, nei casi più gravi, cancellazione dal registro per la violazione degli obblighi previsti per l’iscrizione nel registro. Più alta la multa per Iv (da 20mila a 200mila).

M5s e renziani individuano inoltre sanzioni per la violazione del codice deontologico con censura, sospensione (non superiore a 1 anno per il testo Silvestri) o cancellazione dal registro. Chi viene cancellato dal registro per tali violazioni non può chiedere una nuova iscrizione nel registro prima di 5 anni dalla data della cancellazione (2 anni per la pdl Silvestri). In caso di informazioni false al momento dell’iscrizione nel registro, di mancato deposito della relazione annuale o di false informazioni in essa contenute, IV prevede una multa da 5mila a 50mila euro (M5s da 1000 a 10mila). Stessa sanzione nel testo Fregolent anche per il decisore pubblico nei casi di mancata comunicazione di violazioni da parte di chi svolge attività di lobbying. (Public Policy) RED