Made in Italy, incardinata la proposta M5s contro le frodi

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ROMA (Public Policy) – Prevenire e reprimere la contraffazione dei prodotti nazionali, tutelare la salute dei consumatori assicurando la qualità e la sicurezza dei prodotti immessi in commercio in Italia e tutelare i prodotti costituiti o derivanti esclusivamente da materie prime di origine nazionale, istituendo il marchio “100% Made in Italy”.

Sono questi gli obiettivi previsti in una proposta di legge alla Camera a prima firma di Maria Laura Paxia (M5s), incardinata la settimana scorsa in commissione Giustizia alla Camera. Il relatore è Gianfranco Di Sarno (M5s).

La proposta, in sintesi, si divide in due parti: la prima comprende le disposizioni volte ad un generale inasprimento delle pene, detentive e pecuniarie, per i delitti di contraffazione e frode (prevedendo anche aggravanti ad hoc per la commissione su internet) nell’ottica di combattere la contraffazione dei prodotti nazionali; la seconda si riferisce al contenuto obbligatorio delle etichette, al sistema di tracciabilità dei prodotti e all’istituzione di un marchio “100% Made in Italy”.

Vediamo nel dettaglio i contenuti:

PENE PIÙ ALTE PER CONTRAFFAZIONI E FRODI ANCHE SU WEB

Sono ben dodici gli articoli della proposta che investono modifiche al codice penale. Tra le ipotesi aggravanti c’è sempre la commissione dei reati via web, che comporta un aumento delle pene di un terzo.

Tra le modifiche principali c’è quella relativa all’articolo 473 del codice penale, relativo al delitto di contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi di brevetti, modelli e disegni. In sintesi, si estende il campo d’applicazione alla tutela delle indicazioni geografiche o delle denominazioni di origine dei prodotti alimentari e si inaspriscono le pene (fino a 8 anni di carcere e multa fino a 150mila euro).

Modificato anche l’articolo 474 del codice penale, in materia di introduzione e commercio in Italia di prodotti con segni falsi. Chiunque introdurrà prodotti con marchi o altri segni distintivi, nazionali o esteri, “contraffatti o alterati” è punito con la reclusione fino a 6 anni e con una multa che va da 30mila a 150mila euro.

Presente, tra l’altro, un’aggravante ad hoc per entrambi i nuovi articoli: per chi li commetterà “in modo sistematico, ovvero attraverso l’allestimento di mezzi e attività organizzate” il carcere può arrivare a 10 anni e la multa fino a 200mila euro.

Modificati anche gli articoli del codice penale su frodi industriali e commerciali: chi vende marchi contraffatti, cagionando un danno all’industria nazionale, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni e con una multa fino a 20mila euro; chi commette una frode commerciale consegnando all’acquirente una cosa mobile per un’altra o diversa da quella pattuita può essere punito anche con 5 anni di carcere.

Per chi usurpa titoli di proprietà industriale, la pena può arrivare fino a 6 anni ma c’è la possiiblità di diminuirla dalla metà a due terzi nei confronti del colpevole che si adoperi per aiutare concretamente l’autorità di polizia o i giudici nelle indagini. Presenti nella pdl, tra l’altro, norme ad hoc in materia di contrabbando di tabacchi.

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IAC