di David Allegranti
ROMA (Public Policy) – “Penso che il numero chiuso alla facoltà di Medicina andrebbe rivisto. Perché nei prossimi anni avremo un peggioramento del numero dei medici a disposizione”, dice il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. L’eliminazione della selezione all’ingresso è un vecchio ritornello, ripetuto da destra e sinistra. Ma, come dice a Public Policy Carlo Palermo, presidente di Anaao-Assomed, che ha firmato numerosi studi sull’argomento, “si tratta di un falso problema”: nel 2030 ci saranno “32 mila accessi al corso di laurea in medicina in più dei pensionamenti”. Quindi aumentare gli iscritti non serve a niente.
Come se i grossolani errori di programmazione nel settore della formazione post-lauream in epoca spending review e le limitazioni all’assunzione del personale sanitario decise prima dal 2004 in poi fossero superabili allargando a dismisura le maglie del numero programmato per l’accesso a Medicina, giunto nel 2023 a 19 mila accessi” (nel 2022 erano 14.800), spiega Palermo. Peraltro, ogni modifica alla formazione medica ha ricadute solo dopo i 9/11 anni del corso di laurea e i 3/5 anni di formazione post-lauream (a seconda della specializzazione scelta). In pratica, i primi effetti di una modifica nel 2024 si vedrebbero solo tra il 2033 e il 2035.
Ma che cosa dicono i numeri in Italia? I medici attivi secondo Eurostat sono 243 mila (il 4,1 per mille della popolazione), il dato medio dell’Unione europea a 27 Paesi è sovrapponibile. Abbiamo la popolazione medica più anziana dell’Osce (il 55 per cento ha più di 55 anni) e entro dieci anni andranno in pensione circa 40 mila medici attivi, anche per via della spinta dei tagli alle pensioni dei medici dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale. “Quindi da un lato – dice Palermo – ci saranno a invarianza di programmazione almeno 170 mila accessi a medicina e dall’altro lato ci saranno almeno 115 mila pensionamenti”. E che cos’è che mancherà, eventualmente? “I medici specialisti. Sono quelli a mancare, non gli iscritti a medicina”.
@davidallegranti